Nozze con il marito prima della sua morte e lotta contro anoressia: la commovente storia della riminese Chiarasole

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La forza e la speranza sono le sua parole d’ordine e quando si è trattato di rialzarsi, lo ha fatto sempre con dignità e con un infinito amore per la vita: ChiaraSole ha convissuto con i disturbi alimentari per 14 anni, in una altalena di emozioni è arrivata a pesare 36 kg ma anche 90, ha tentato di togliersi la vita, ha cercato di curarsi in più modi e, alla fine, ci è riuscita. La vita l’ha messa di fronte a numerose difficoltà, come quella di dover accompagnare il suo adorato marito, malato di leucemia, verso la fine, ma sempre con il sorriso: un amore che hanno voluto celebrare nuovamente, risposandosi, proprio gli ultimi suoi giorni di vita. Da sempre complici: insieme hanno fondato l’associazione Mondosole  per aiutare le persone che, come lei, hanno sofferto o soffrono di disturbi alimentari, anoressia, bulimia e binge eating, ma anche i parenti e chi si approccia, dall’ esterno, a queste malattie.

Chiarasole inizia ad avere i primi disturbi in tenera età, con gli anni ha tentato di uscirne fino a quando si è detta “proviamo a vedere che cosa c’è di là”.
“Nel tempo – spiega ChiaraSole – c’è stata la costruzione del cambiamento, passando da ricoveri anche all’estero a comunità, tentando tante strade”. Ma come è nata l’dea di una associazione? “Ricordo che nel 2000 della malattia se ne parlava poco e male, le testimonianze erano quelle di ragazze inquadrate di spalle, come se fosse una colpa quella di soffrire di disturbi alimentari, allora ho deciso di metterci la faccia, da autodidatta ho creato un sito internet scrivendo di getto la mia storia. Ebbene iniziarono ad arrivare centinaia di mail al giorno, allora ho capito che forse era quella la mia strada, aiutare e interfacciarmi con chi soffriva”. Nasce così Mondosole, qui arrivano da tutta Italia per chiedere consulenza, oltre che per accedere alle cure. E’ un centro aperto con al suo interno attività, gruppi, qui si aiutano le ragazze a uscire dal loro dolore, e inserirle nuovamente nel tessuto sociale.

Nel corso della sua vita continua costantemente a formarsi, scrive un libro, poi incontra l’amore, conosce il suo futuro marito e con lui condivide anche il percorso professionale in associazione, poi lo colpisce la malattia. “E’ un grandissimo dolore averlo perso – confessa ChiaraSole -ma a questo dolore non mi sottraggo, sono in continua reazione, affronto tutto sempre con la carica, mi rifiuto categoricamente di farmi abbattere, mi sento una privilegiata per aver avuto una cosa così bella”. Hanno deciso insieme di utilizzare i social come canale di sensibilizzazione su tutte quelle che erano le dinamiche dei reparti di oncoematologia, e lei ha sentito quella necessità sociale che l’ha poi portata a dedicarsi attivamente anche ad associazioni, come l’Admo, che promuovono la ricerca scientifica e  l'Isal, nata a rimini per volontà del Prof. William Raffaeli con l'obiettivo di aiutare le persone che soffrono di dolore cronico e favorire la nascita e la divulgazione di una cultura specialistica nella cura del dolore.
Quello di ChiaraSole è quindi un messaggio di forza e di speranza, un esempio di determinazione e di puro amore per la vita.

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