In un calcio condizionato dal Covid19, spicca in Promozione la favola dell’attaccante del S. Ermete Evgenii Kapitonov, domenica decisivo nella vittoria di misura dei verdi sull’ostico campo del Gambettola: “spiace per me e i compagni. Ho condiviso una bellissima giornata, un bellissimo momento con loro e fermarsi sul più bello rischia di macchiare il nostro cammino. Siamo partiti molto forti, abbiamo vinto cinque partite su cinque tra coppa e campionato. Abbiamo mostrato di essere un gruppo molto compatto, capace di soffrire (vedi Asar)e di colpire nei momenti opportuni (Bellaria e Gambettola ndr)”.
Per Kapitonov proprio domenica è arrivata la prima rete in stagione che sa di liberazione e anche di rivincita personale dopo aver affrontato tanti problemi burocratici e dopo aver dato priorità alla propria attività lavorativa. La grande occasione è arrivata qualche anno fa in serie D a Castelfidardo. Un paio di apparizioni prima di spostarsi sempre nelle Marche, in Promozione a Villa Musone, per poi scendere addirittura di categoria, fino in terza con la maglia del S. Giustina: “Ho voluto dare sempre priorità a un lavoro sicuro che potesse permettere di mantenermi. Non ho voluto cullare sogni e rischiare di essere deluso, ho preferito affrontare la realtà, scegliere la concretezza al sogno”.
Hai qualche rammarico?
“No! Non voglio e non posso rimproverarmi nulla. Credo che il mio percorso dovesse essere questo, dopotutto sono un ragazzo normale come tanti”.
Scendere di Categoria, passando dalla D alla Terza non ha influenzato il tuo percorso?
“ No. Ho sempre preso questo sport come semplice passione. Ci sono state delle occasioni, le occasioni arrivano quando te le crei e per me va bene così!”.
Quando hai capito che davvero non valeva la pena proiettare la tua vita interamente al gioco del calcio?
“La burocrazia italiana e l’apprendimento della lingua non permettevano di pensare allo sport, anche perché sono stato un giocatore che è sempre stato tra i dilettanti. Cercavo sicurezze lavorative, quindi per me era fondamentale, vivere e mantenermi in Italia, il calcio non poteva darmi questo, anche perché (sorride) sono del 91’ sono già vecchio”.
La società punta su di te, Martino e Cipriani scommettono fortemente su Kapitonov.
“Ringrazio il presidente e il direttore sportivo per l’attestato di stima ma credo che la nostra scommessa sarà quella di regalare loro un grande campionato. I miei compagni sono fantastici. Non voglio illudere nessuno però credo che con il mister e i miei compagni possiamo davvero arrivare lontani”.
Il calcio già ti manca?
“Si. sarà importante allenarsi da soli in questo periodo, cercare di mantenere anche la linea e sperare che il prima possibile si possano risolvere queste problematiche che ovviamente non riguardano solo il calcio ma tutto il sistema”.
In un reparto ricco di talenti, Kapitanov potrà ritagliarsi gli spazi che merita. Di sicuro, i problemi di abbondanza vorrebbe averli qualsiasi allenatore, Pazzini in questo potrà stare tranquillo. L’ottimo inizio della sua squadra obbliga il S. Ermete a sognare e come nel caso di Kapitonov, visto che a S. Ermete la parola Eccellenza fa paura, useremo la lingua madre dell’attaccante per pronunciarla. Sognare è lecito.