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Vendite integratori: restituiti beni confiscati a 13 indagati. Il tribunale di Rimini ha annullato il sequestro

Restituito beni per un valore complessivo di 7,3 milioni

Nuovi sviluppi dell'inchiesta Cheope della procura di Rimini, avviata per fare chiarezza su un sistema di vendita piramidale di integratori alimentari, basata sul sistema di reclutamento di nuovi clienti-venditori. Il Tribunale del riesame infatti ha annullato e restituito ai tredici indagati i beni mobili e immobili sequestrati a maggio, beni del valore complessivo di 7,3 milioni.

Gli indagati sono due cittadini sammarinesi e undici italiani: uno di Roma, uno del foggiano e nove residenti tra Rimini, San Clemente, Pesaro, Cesenatico e Savignano sul Rubicone. Undici degli indagati, tra cui i due sammarinesi, sono difesi dagli avvocati Moreno Maresi e Mattia Lancini, gli altri due dagli avvocati Filippo Cocco e Roberto Brunelli. I coinvolti nella vicenda sono accusati di aver costituito una sistema di vendita piramidale vietato in Italia, in quanto, secondo gli inquirenti, l'incentivo economico per i partecipanti è conseguenza del mero reclutamento di nuovi soggetti venditori e non della capacità di vendere beni o servizi. Agli indagati non è contestato alcun reato di tipo fiscale. 

"In attesa di poter esaminare le motivazioni del provvedimento, si esprime viva soddisfazione per l’esito della vicenda in questa fase cautelare, evidenziando che tutti i soggetti coinvolti hanno sempre espresso la convinzione della legittimità del proprio operato; con il provvedimento del Tribunale di Rimini verranno pertanto restituiti agli  aventi diritto le ingenti somme sottoposte a vincolo ed i relativi immobili", commentano gli avvocati Moreno Maresi e Mattia Lancini.

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