Prestiti per famiglie e imprese: cosa cambierà da Luglio 2022

Nuova liquidità per far fronte alle esigenze più disparate

Da luglio 2022 il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha messo in chiaro che verranno stanziati nuovi fondi per fare in modo che famiglie ed imprese possano accedere al credito, sfruttando l’opportunità messa a disposizione del Governo: nuova liquidità per far fronte alle esigenze più disparate.

Dopo un periodo di restrizioni sanitarie e conseguentemente economiche, sia privati che imprese stanno riprendendo a richiedere prestiti. Quel che trapelava era l’incertezza e l’instabilità lavorativa, che non consentiva né alle famiglie così neppure alle società, di poter far richiesta per ottenere credito.

Il mondo dei prestiti è in continuo cambiamento, afferma Germanò Marco di Prestitimag.it, tra i migliori portali in Italia per quanto riguarda prestiti personali, cessione del quinto e investimenti ed in futuro probabilmente ci saranno delle forti scosse nel mercato.

Richiedere prestiti da luglio 2022: ecco la situazione aggiornata ai tempi odierni
Oltre ai nuovi fondi per erogare nuove liquidità e ai bonus governativi, vi è un aspetto ancor più critico riguardo il mondo dei finanziamenti: in futuro (non troppo lontano, se non già convertito in presente), si prospettano tassi di interesse più elevati e costi dei finanziamenti complessivamente maggiorati.

La causa più grande è da associare alla decisione presa dalla Banca Centrale Europea, il quale ha stabilito che dal mese di luglio 2022, non solo chiude il programma acquisti dei bond, ma dopo ben 11 anni l’istituto ha comunicato di rialzare i tassi di 25 punti base, a cui susseguiranno ulteriori aumenti a partire dal mese di settembre.

Così come affermato da “Il Fatto Quotidiano”, degli esperti hanno appurato che i maggiori tassi di interesse verranno applicati al tasso variabile. È preferibile prediligere il tasso fisso, prima che da luglio aumentino i costi e la spesa complessiva per poter far fronte ad un prestito personale o finalizzato che sia.

A salvare quella che oggi è stata la possibilità di aver dato più liquidità alle aziende, sono state le garanzie date dallo Stato e i bonus e agevolazioni creditizie per permettere alle piccole e medie imprese di poter accedere al credito pagando bassi tassi di interesse.
Oggi purtroppo, la situazione si sta evolvendo in peggio. Da luglio del 2022 tutto avrà un costo maggiore: dalle rate più alte, al carovita, fino al prezzo delle materie prime, il quale subirà un aumento spropositato.

Rendimenti dei titoli di Stato: che cosa si prospetta?
Il debito pubblico italiano è altrettanto in crisi. Dopo le statistiche della BCE e dall’annuncio riguardante l’aumento dei tassi di interesse, i BTP hanno subito un aumento impressionante: ben 15 punti base in più, oltrepassando il 3,5% e ottenendo nuovi massimi che non si vedevano dal 2018.
In breve, il debito italiano avrà un costo superiore, oltre ad aumento di rischi a causa dell’incertezza e l’instabilità del Bel Paese. L’Italia oggigiorno, si posiziona al secondo posto per avere il debito più alto rispetto a tutta la zona Euro.
Da luglio 2022, a cambiare in negativo sarà anche l’impossibilità di far fronte agli acquisti di massa di Francoforte. Per l’Eurozona insomma, sarà un periodo totalmente da dimenticare, oltre che da dover affrontare con delle soluzioni mai dovute prendere prima d’ora.
Ecco quali saranno i maggiori problemi a cui far fronte:

  1. Forte tasso di inflazione: i tecnici di Francoforte hanno appurato quanto sia piuttosto complessa questa situazione. L’inflazione potrebbe aggirarsi attorno al 6,8% per tutto il 2022, ma per rallentare bisognerebbe attendere ancora un anno (si suppone si arrivi al 3,5%), e nel 2023 passare al 2,1%. Una incognita che potrebbe preoccupare e far oscillare i punti percentuale di inflazione, è la guerra in Ucraina, il quale sta mettendo a repentaglio l’economia globale.
  2. Aumento delle materie prime: così come per l’alto tasso di inflazione, vige lo stesso principio della guerra in Ucraina, che sta rendendo le cose difficili anche per la scarsità di materie prime, che comporta a sua volta, ad un aumento altrettanto spropositato.
  3. Vendite di massa: la situazione sui bond è palese, gli investitori vogliono correre ai ripari. Dunque la soluzione attuale è vendere su tutti i bond presenti nell’Eurozona. Milano perde lo 0,96%, Francoforte 0,95%, Londra 0,69% e Parigi lo 0,59%,

Il maggior problema che sta coinvolgendo soprattutto l’Italia, è la stagflazione e l’inflazione. La volontà delle imprese e dei privati di far fronte a dei finanziamenti è presente ed anche piuttosto forte, anche se il problema attuale rimane sempre quello legato agli alti tassi di interesse.
Vedremo come si muoverà nei mesi a seguire, la Banca Centrale Europea, anche se ha già dichiarato di porre un freno agli asset da comprare. Nonostante ciò, il suo intento è quello di continuare ad investire fino alla fine dell’anno 2024.
Il problema più grande da affrontare è la possibilità di mantenere contenuti i costi legati al debito. Un tempo (per ben otto anni), la Banca Centrale Europea ha potuto coprire il debito con dei prezzi contenuti solo per i tassi di interesse piuttosto bassi.
Ciò ha permesso alla BCE di poter ridurre lievemente le uscite, pur non svenandosi per estinguere il debito dello Stato italiano.

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