Sul tema siccità interviene in una nota Ivan Innocenti, per il coordinamento associazioni ambientaliste ed animaliste di Rimini, criticando l'intervento di Giuseppe Salvioli, agricoltore e vicepresidente del Consorzio di bonifica del territorio riminese, e la sua richiesta di installare dighe nel fiume Marecchia per raccogliere acqua. "Parole comprensibili nella bocca di un agricoltore non informato, ma gravi nelle dichiarazioni del vicepresidente del Consorzio di bonifica – evidenzia la nota – visto che dovrebbe sapere che il fiume Marecchia è già stato sbarrato alla altezza di Ponte Verucchio con concessione al Consorzio di bonifica del 1988 e che dopo trenta anni di gestione ha lasciato un autentico disastro ambientale a carico della collettività".
Nel dettaglio, "un ammasso di relitti di cemento e una gola scavata nel letto del fiume profonda 20 metri e lunga molti chilometri, un territorio che ha visto alterare la sua capacità di accumulare acqua perché drenato". Dopo questo sbarramento, accusa la nota, "il fiume risultava già asciutto, causando la desertificazione della vita nel suo letto e l'impoverimento della falda". La proposta di Salvioli viene bocciata:
"Perseverare con queste proposte non è fare un buon servizio alla collettività, anzi è illudere gli agricoltori e nascondere le responsabilità della mancata pianificazione del futuro agricolo e dell’acqua della nostra valle".
Le associazioni ambientaliste propongono una soluzione diversa: "Il depuratore di Santa Giustina ogni anno produce una quantità di acqua superiore alla capacità delle diga di Ridracoli. Questa acqua é sempre disponibile, mediamente 80 mila mc giorno, e in estate con le presenze turistiche ancora di più. Oltre metà di questa acqua depurata, che corrisponde a oltre 18 milioni di mc anno, è utilizzabile da subito in agricoltura e per l’industria. Queste necessitano nel distretto complessivamente di 8 milioni di metri cubi. Il depuratore ne può già fornire da subito oltre il doppio". Ma, accusano, "Invece di rendere i campi e l’agricoltura floridi, il fiume vivo e le sue falde ricche, si preferisce intubare questa acqua e gettarla in mare".
A inizio 2022, negli incontri promossi a inizio anno dal piano strategico, per iniziativa delle associazioni ambientaliste del Coordinamento di Rimini, è stata illusrata una proposta progettuale di riuso che interessa la riva destra del Marecchia e la rete dei bacini e dei canali consortili presenti. In riva sinistra invece Romagna Acque ha un progetto analogo da realizzare, per portare acqua depurata fino al Golf di Verucchio. "Queste soluzioni sono in grado di rendere florida la nostra agricoltura, vivo il nostro ambiente e cariche le nostre falde, anche se ci chiediamo se sia ancora opportuno coltivare piante che necessitano di oltre mille litri di acqua al giorno per produrre kiwi, acqua che potrebbe soddisfare il fabbisogno giornaliero di 5 persone", prosegue la nota.
Le associazioni ambientaliste e animaliste chiedono un ruolo da protagonista del settore agricolo nella gestione della risorsa idrica, promuovendone un uso responsabile, e che "l’ottica non sia di accaparrane quanto più possibile disinteressandosi delle conseguenze per l’ambiente e per il nostro futuro".