Alta Valmarecchia: un territorio ideale per l’agricoltura biologica

Le dichiarazioni dell’agronomo Leonardo Sacchetta

Terreni agricoli agricoltura Rimini

La regione Emilia- Romagna, come annuncia l’agronomo Leonardo Sacchetta, con legge del 3 ottobre 2023, n.14 e relative disposizioni applicative, ha fissato i crismi per la costituzione, il riconoscimento ed il mantenimento dei distretti del biologico cioè quei sistemi produttivi locali, costituiti da soggetti che coltivano e producono con metodo biologico all’interno di una peculiare area storica e paesaggistica.

Alta Valmarecchia: un territorio ideale per l'agricoltura biologica

Chi meglio del territorio degli otto comuni dell’Alta Valmarecchia (Casteldelci – Pennabilli – Sant’Agata Feltria – Maiolo –Talamello – Novafeltria – San Leo – Montecopiolo) con una superficie agricola utilizzata di 12.125 ettari e 6.002,07 di superficie coltivata a biologico, (pari al 49.50%), incarna i requisiti per costituire un “distretto biologico”, si domanda Sacchetta.

Alta Valmarecchia: un territorio ideale per l'agricoltura biologica

E’ indispensabile agire tempestivamente per potere riconoscere a queste aree un ruolo strategico per lo sviluppo dell’agricoltura biologica, quali la vendita diretta, l’attività agrituristica, l’offerta dei prodotti biologici nella ristorazione pubblica e collettiva, il turismo rurale, culturale e gastronomico.

Alta Valmarecchia: un territorio ideale per l'agricoltura biologica

“Proprio in questo territorio montano – prosegue l’agronomo Leonardo Sacchetta – gli agricoltori, gli allevatori unitamente ai privati cittadini, associazioni, operatori turistici e pubbliche amministrazioni quali il Parco Interregionale Sasso Simone e Simoncello, università, fondazioni,  possono accordarsi per fare produzioni biologiche e semplificare, per i produttori biologici, l’applicazione delle norme di certificazione sia biologica che ambientale e territoriale ora previste  e che coinvolgano tutti gli anelli delle filiere, zootecniche, cerealicole, turistiche e gastronomiche, fino alla tavola.”

Alta Valmarecchia: un territorio ideale per l'agricoltura biologica

L’agricoltura biologica ed i prodotti biologici, hanno avuto all’interno della provincia di Rimini un forte incremento negli ultimi anni. In particolare nell’ area degli otto comuni dell’Alta Valmarecchia, (Casteldelci – Pennabilli – Sant’Agata Feltria – Maiolo –Talamello – Novafeltria – San Leo – Montecopiolo).  A testimonianza di ciò, la superficie biologica e quella in conversione, che supera i 6.000 ettari, con 264 aziende agricole certificate a biologico all’interno dell’area.

Alta Valmarecchia: un territorio ideale per l'agricoltura biologica

Sono i comuni di S. Agata Feltria e Pennabilli a farla da padroni rispettivamente con 1.255 ettari (61 %) e 1.255 ettari (55%) certificati a biologico. Con un’alta percentuale si trovano anche il comune di Casteldelci con il 58,60 % di superficie coltivata a biologico. 

I dati ci dimostrano che il territorio degli otto comuni, unitamente all’area del Parco Sasso Simone e Simoncello, sia una delle poche entità, che riuscirebbero a stare dentro e rispettare gli stretti paletti fissati dalla legge regionale, tali da avere il riconoscimento di biodistretto.

Alta Valmarecchia: un territorio ideale per l'agricoltura biologica

I parametri basilari sono: il territorio minimo che deve essere di cinque comuni contigui tutti ubicati in Emilia-Romagna; gli imprenditori agricoli devono essere rappresentativi di una Sau (Superfice agricola utilizzata) biologica pari ad almeno il 20 per cento della Sau biologica dei comuni sul cui territorio insiste il distretto del biologico (gli otto comuni sono oltre con il 50%) o, in alternativa, essere in numero non inferiore a trenta unità, rappresentative di almeno 400 ettari di Sau biologica ed altri parametri che sono ampiamente superabili  da questa specifica area geografica.

Alta Valmarecchia: un territorio ideale per l'agricoltura biologica

E’ compito di un comitato promuovere l’individuazione e la costituzione del distretto biologico. I primi passi per dare avvio a questa importante strategia, dovrebbero farla Enti e/o Istituzioni, in primis il Gal (Gruppo di Azione Locale), ma anche altri enti, sia essi pubblici che privati così potrebbe essere un comune capofila, oppure altri come il Parco Interregionale Sasso Simone Simoncello, la Fondazione Valmarecchia, Associazioni o privati cittadini e imprenditori agricoli.

“La creazione di questo distretto – termina Sacchetta – riuscirebbe a mettere in rete tante aziende (agricole, turistiche, commerciali, artigianali, alberghiere ecc.) creando così un circolo virtuoso che andrebbe a promuovere un intero territorio attraverso la collaborazione e l’adozione di pratiche agricole responsabili.
Il  distretto poi potrà  accedere a cospicui finanziamenti sia regionali che nazionali, utili, soprattutto per semplificare, per i produttori biologici, l’applicazione delle norme di certificazione  biologica, ambientale e territoriale ora previste”.

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