A 16 anni faceva le pizze al JollyBar: a 44 ha scelto Sant'Agata Feltria per aprire la sua attività

Olsi Proko, conosciuto come Giorgio, ha aperto una propria pizzeria a Sant'Agata Feltria

A cura di Riccardo Giannini Redazione
19 ottobre 2025 06:07
A 16 anni faceva le pizze al JollyBar: a 44 ha scelto Sant'Agata Feltria per aprire la sua attività - Olsi "Giorgio" Proko
Olsi "Giorgio" Proko
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di Riccardo Giannini

L'ultimo report provinciale conferma le difficoltà imprenditoriali dell'Alta Valmarecchia, territorio dal buon potenziale, ma alle prese con diverse criticità. Da qui è nata la mia idea di riprendere quanto fatto sporadicamente negli scorsi anni: raccontare, con l'occhio del cronista, il tessuto imprenditoriale del territorio, con una preferenza per i giovani imprenditori e per chi ha scelto di svolgere attività imprenditoriale, con tutti i rischi connessi (maggiori in un territorio che appunto soffre dal punto di vista economico), dopo una vita da dipendente.

Oggi vi raccontiamo la storia di Olsi Proko, 44 anni. Originario di Tirana, è arrivato in Italia a 11 anni. Dopo aver vissuto per 5 anni a Palermo, si è trasferito a Novafeltria. Qui, a 16 anni, ha iniziato a lavorare come pizzaiolo nello storico locale JollyBar, all'epoca gestito da Graziano Rossi. Olsi, da tutti conosciuto come "Giorgio", si è fatto conoscere per la bontà delle sue pizze: ha lavorato al JollyBar, alla Grotta della famiglia Saccani a Pietracuta, Ai due archi a Fiorentino, nella Repubblica di San Marino. Ha deciso di mettersi in proprio e il 16 luglio 2025 ha aperto il suo primo locale: la pizzeria Da Giorgio, in via Severino Celli a Sant'Agata Feltria. "Era un po' di tempo che ci pensavo - racconta - e abitando qui a Sant'Agata Feltria ho dato un'occhiata ai locali vuoti. Purtroppo ce ne sono tanti. È stata una scommessa per me: ho aperto la pizzeria in un posto che ha visto tanti gestori, ha funzionato con pochi". Giorgio si è quindi cimentato nell'attività imprenditoriale con coraggio: "In Italia non è facile, c'è un'alta tassazione. Poi si fatica a trovare collaboratori, soprattutto in piccole realtà come a Sant'Agata Feltria. A Rimini si lamentano? Beh, hanno più scelta. Per loro è difficile? Da noi si moltiplica per 10!".

Giorgio ha scelto quindi di mettersi in proprio puntando sulla pizza, uno dei simboli della cucina italiana, anche nella forma al taglio, il primo vero street food assieme alla piadina: "Nelle pizzerie ho sempre fatto la pizza tradizionale, quella tonda, mentre la pizza al taglio la facevo così, per piacere, per me. Ma quando ho aperto la mia pizzeria ho deciso di accontentare più gente possibile. Le faccio tutte e due, in modo tale da accontentare più persone possibili. Con la pizza al taglio, prendendo 3-4 tranci, si possono provare più gusti diversi".

Indubbiamente Giorgio ha una lunga esperienza nel settore e una certa fama. Ma non è stato facile avviare l'attività in proprio e non sarà facile mantenerla al top. La pizza è un prodotto vincente, ma non sempre sinonimo di successo. Oggi i tempi sono cambiati: è sufficiente aprire Youtube per rendersi contro del numero elevato di foodblogger che analizzano, commentano e recensiscono ogni tipo di pizzeria. Segno che c'è una notevole attenzione su questo prodotto: sulla scioglievolezza dell'impasto, sulla digeribilità, sulla sapore degli ingredienti e anche sull'aspetto estetico. "È così. Oggi la gente non si accontenta mai. Ed è molto curiosa: devi essere in grado di stupirla sempre. Deve mangiare con gli occhi e poi con la bocca". Ma quali sono le specialità della pizzeria Da Giorgio? "Ho qualche pizza elaborata, ma potrei farne di più. Dico la verità: la mia specialità è la pizza Margherita. Perché io preferisco puntare su impasti e qualità. Cerco di trovare il giusto compromesso tra prezzo e qualità. I miei due impasti hanno un'alta digeribilità: la gente è molto contenta, la pizza si scioglie bene in bocca". È cambiato davvero tutto, dai tempi in cui il giovane Giorgio sfornava le pizze al JollyBar per i coetanei che dopo la discoteca preferivano questo alimento al bombolone o alla brioches. Fare l'imprenditore è sempre più complicato, ma Giorgio si è lanciato in questa avventura con coraggio e passione: anche lui è parte di un tessuto imprenditoriale che non vuole arrendersi allo spopolamento dei territori dell'entroterra.

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