A Rimini apre il Festival Voci dell’Anima: il teatro incontra le storie degli esclusi
Dal reading Animali da palco a Rosaria di Davide Iodice, la XXIII edizione racconta vite marginali tra poesia e antropologia sociale


Inaugura giovedì 9 ottobre sul palco del Teatro degli Atti la XXIII edizione del Festival Voci dell’Anima diretto da Maurizio Argan e Alessandro Carli, ideato e promosso da Teatro della Centena con ResExtensa, in collaborazione con Comune di Rimini. L’edizione 2025 si realizza con il contributo della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con Libera Rimini, Ermo Colle, Teatro del Cerchio di Parma, Hotel Villa Lalla, La Fiaschetteria del Re.
La serata avrà inizio alle ore 20.30 con Animali da Palco, reading di poesia i cui testi, originali o rielaborati, favorendo autori emergenti o non conosciuti, verranno interpretati dalle voci di Loredana Scianna e Teresio Troll, insieme ai suoni di Toni Salvatori.
Alle ore 21 ad inaugurare il Festival sarà Rosaria, regia di Davide Iodice, drammaturgia e disegni di Benito Martino, con Monica Palomby e Chiara Alborino, musiche di Lino Cannavacciuolo, primo ‘volume scenico’ del progetto Esclusi - antologia scenica di vite di scarto, ispirato e dedicato a Rosaria, alcolista e senza fissa dimora, demone e cattiva coscienza dei decumani napoletani: morta senza cordoglio. Nato nell’ambito del ciclo Officina della Scuola Elementare del Teatro/conservatorio popolare per le arti della scena, ideato e diretto da Iodice, Esclusi è un progetto di antropologia sociale prima ancora che teatrale, originato da una pratica scenica di prossimità e testimonianza. L’antologia ricompone e in qualche modo vuole riscattare le vite di figure socialmente sconsacrate, vissuti marginali, che sono ferita aperta e suppurante di una società diseguale.
Autore e regista unico nel panorama nazionale, Davide Iodice ha saputo costruire nel tempo un linguaggio artistico in cui sensibilità sociale e qualità estetica trovano un equilibrio perfetto. Muovendosi tra didattica e creazione, nel 2013 l’artista ha realizzato a Napoli la Scuola Elementare del Teatro, un “conservatorio popolare” per le arti della scena, un progetto di arte e inclusione sociale a partecipazione gratuita, un’opportunità di ricerca e formazione permanente che ha la sua sede nei luoghi dell’Ex Asilo Filangieri riabitati dalla comunità di lavoratori e lavoratrici dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Per lo spettacolo Pinocchio. Cos’è una persona? e per il suo intero percorso con la Scuola Elementare, Iodice ha ricevuto il Premio Speciale Ubu 2024.
«Di notte Napoli rimugina sul passato assomigliando, così, a Rosaria - scrive Davide Iodice - Scomparsa ormai da diversi anni, viveva per strada, nella zona Tribunali. Non ha ricevuto la dignità di un funerale partecipato. Non è nota la sua sistemazione ultima. Questo è il saluto condiviso che Rosaria non ha mai avuto. E una dedica a lei e un’indagine dei moti che dalle viscere agitano i nostri demoni interiori. È il frutto della ricerca di ciò che della donna è sopravvissuto. Dai ricordi delle persone che l’hanno conosciuta, nelle diverse fasi della sua esistenza, abbiamo ricostruito una sua storia. Il materiale raccolto è stato registrato ed elaborato. È emersa una ex guida turistica abusiva. Rosaria accompagnatrice nella Napoli Sotterranea, guida di un inferno interiore. In gioventù, dalla periferia, scendeva in città perché amava ballare. Il suo orientamento sessuale non venne accettato dalla famiglia. Scappò di casa, venne a vivere in centro seguendo una relazione amorosa. La giovane lavoratrice in fuga da casa si è sovrapposta alla donna che il centro storico di Napoli ha incontrato ubriaca. La città I’ha conosciuta intenta ad importunare le donne. Chiedeva denaro per bere, il vizio che forse più di tutti I’ha condotta al suo lento, ma prematuro, spegnimento. Spesso fu udita in violentissime invettive contro gli uomini. A qualcuno ha mostrato un sorriso ed un'acutissima visione dell’amore ed il suo inganno. È stato indagato il vivere di notte dei senzatetto di Napoli scendendo tra le 3:00 e le 4:00 per le strade. Coloro ai quali abbiamo domandato notizie su di lei ci hanno ha restituito, anche chi non ne conosceva nemmeno il nome, il ricordo della donna di piazza San Gaetano che guardava non proprio il vuoto. Dietro i suoi occhi sprofondava in sé stessa seguendo il filo di un pensiero immenso e terribile».