A Suviana il bilancio delle vittime sale a sei, poca speranza per l'ultimo disperso
Quattro i feriti in ospedale. Bologna in piazza per lo sciopero


Il bilancio dell’esplosione alla centrale di Bargi sul lago di Suviana nel Bolognese si fa sempre più tragico, con il numero di vittime accertate che sale a sei dopo quarantotto ore di ricerche. Le vittime includono tecnici provenienti da diverse parti d’Italia, tra cui anche un lavoratore specializzato di Enel Green Power, recentemente insignito con una stella al merito dal presidente Sergio Mattarella. Le operazioni di recupero sono complesse, con i corpi di alcune vittime ritrovati nel percorso di fuga, suggerendo un tentativo disperato di sfuggire alla tragedia.
Le attività di ricerca e soccorso sono ostacolate dalle difficili condizioni ambientali, simili a quelle affrontate durante il disastro della Costa Concordia. Le operazioni coinvolgono diverse agenzie di soccorso e vengono impiegati robot subacquei per esplorare le aree sommerse della centrale. L’inquinamento dell’acqua aggiunge ulteriori sfide alle ricerche, con la necessità di bonificare gli olii e gli idrocarburi presenti in superficie.
La Procura di Bologna ha aperto un’indagine per disastro e omicidio colposo, concentrandosi sulla catena dei subappalti per fare luce sulle cause dell’esplosione. In risposta alla tragedia, migliaia di persone hanno protestato in piazza durante lo sciopero generale nazionale, con particolare rilevanza in Emilia-Romagna dove la protesta è stata estesa a otto ore anziché le consuete quattro.
Quattro dei cinque tecnici rimasti feriti nell’esplosione rimangono in condizioni stazionarie negli ospedali della regione, con ustioni riportate durante l’incidente. Uno dei feriti è stato dimesso con una prognosi di 30 giorni per ustioni alle mani. La comunità continua a seguire da vicino gli sviluppi della tragedia mentre le indagini cercano di determinare le cause e le responsabilità dell’incidente.