Addio Pippo Baudo: anche il riminese Carlo Frisi "fu inventato" dal re dei conduttori

Frisi partecipò a Fantastico 6 e 7, il ricordo dell'imitatore: "Fu il primo talent della tv italiana, ma con 15-18 milioni di spettatori"

A cura di Redazione
17 agosto 2025 10:56
Addio Pippo Baudo: anche il riminese Carlo Frisi "fu inventato" dal re dei conduttori - PH Franco Ferrajuolo (dalla Wikipedia)
PH Franco Ferrajuolo (dalla Wikipedia)
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di Riccardo Giannini

A 89 anni è scomparso Pippo Baudo, leggenda della televisione italiana, conduttore Rai e per 13 edizioni del Festival di Sanremo. Tra i programmi di Baudo anche Fantastico 6, che nel 1985 rappresentò la prima apparizione televisiva per Carlo Frisi, imitatore e artista riminese, protagonista per decenni in tv e a teatro con la Compagnia del Bagaglino. Frisi partecipò poi l'anno successivo anche a Fantastico 7. «È stato il primo talent della televisione, ma rispetto a quelli di adesso, faceva 15-18 milioni di telespettatori: un successo strepitoso. Possiamo dire che è grazie a questa trasmissione è nata la frase: l'ho inventato io. La partecipazione al programma mi ha catapultato in un altro mondo», ricorda Carlo Frisi, che sui social ha postato un suo pensiero di Pippo Baudo: «Mi hai cullato quando ero giovane, ho scritto, infatti avevo 20 anni all'epoca». 

La conferma della partecipazione di Frisi a Fantastico 7 arrivò proprio da Pippo Baudo, prima ancora della comunicazione ufficiale della Rai: «Eravamo su un palco, in Provincia di Pesaro, per uno spettacolo. Seppi che aveva fatto il mio nome come ospite all'organizzatore, anche se all'inizio gli chiese di non dirmi niente. Poi arrivò il momento della mia esibizione: mi presentò dicendo, ecco un ragazzo che farà Fantastico 7 con me. Pensai: non sono io, il grande Pippo ha sbagliato. E invece pronunciò il mio nome: Carlo Frisi». 

L'imitatore e artista riminese, che aveva iniziato la sua carriera su un palco all'aperto a Rivabella, ha spesso incrociato il suo percorso professionale con quello, da presentatore, di Pippo Baudo. «Quando lo guardavi in televisione pensavi a un personaggio irraggiungibile, invece quando ho lavorato con lui, ho conosciuto una persona gradevolissima, molto umile. E aveva un grande carisma e una grande cultura, con proprietà di linguaggio. Mi ha sempre colpito la cura dei particolari nel suo lavoro. È stato un punto di riferimento per me per la sua professionalità, per la cura di ogni dettaglio. Ricordo una serata a Zafferana Etnea: lui, prima di presentare la mia esibizione in uno spettacolo, ha fatto un giro per il palco con il microfono per sentire se l'audio fosse perfetto». Tra i dettagli da curare c'era anche l'abbigliamento. Baudo infatti era elegante nei modi, ma anche nel look, impeccabile: «Per Fantastico 7 mi fece vestirmi elegante. Mi mandò da Gianni Versace: pagava la Rai, di listino il vestito costava 2 milioni e 600.000 euro. Oggi certi cantanti a Sanremo non li avremo mai visti con la giacca e a torso nudo». A proposito di attualità: Pippo Baudo è simbolo di una televisione che non esiste più. «Ma è un tipo di televisione che è piaciuta a tanti e ci piacerebbe rivederla, adeguata ai nostri tempi. Manca non solo eleganza, ma qualità. Pensiamo oggi a Youtube: gente che diventa famosa senza fare nulla. Il mondo di adesso vive su situazioni da boh: gli influencer, ma chi sono, cosa fanno. Con Pippo Baudo gli spettacoli erano preparati in maniera maniacale, attraverso prove su prove. Agli influencer mancano le basi: e così come diventano famosi, precipitano. Come scrivo sempre, prima di essere grandi bisogna essere piccoli. La gavetta è fondamentale: Baudo ci ha insegnato a guadagnarci quello che siamo, con il duro lavoro».

La cultura del lavoro era un valore imprescindibile per Baudo, ma, come riconosce Frisi, «Lui premiava il talento delle persone che meritavano. E io gli sarò sempre grato: quando lo vedevo, glielo dicevo sempre, con la sua voce, imitandolo». Il ricordo di Pippo Baudo rimane vivo, simbolo di una televisione elegante che non c'è più.

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