Aeroporto Fellini di Rimini, i numeri: persi 700.000 passeggeri dal 2011 al 2022

Aeroporto Fellini, nel 2011 con Aeradria l’anno record, poi la crisi e la lenta ripresa con AiRiminum

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Una situazione difficile per l’aeroporto Fellini di Rimini, ma AiRiminum conta di superare quota 400.000 passeggeri per il 2024 e di proseguire la lenta, ma tutto sommato incisiva risalita, in un periodo di grave crisi prima per la Pandemia da Sars-CoV-2, poi per il conflitto Russo-Ucraino che ha di fatto azzerato il mercato più proficuo per lo scalo riminese.

È quanto emerso dall’intervento di Leonardo Corbucci, amministratore delegato di AiRiminum, società di gestione dell’aeroporto Fellini, in sede di II^ Commissione Consiliare Permanente, presieduta da Matteo Zoccarato.

I numeri certamente descrivono perfettamente le difficoltà: dall’anno record sotto la gestione di Aeradria, il 2011, sono stati persi oltre 700.000 passeggeri: furono 920.652 passeggeri, di cui quasi la metà (417.503) provenienti da Russia e Ucraina. Nel 2022 sono tornati alle sei cifre dopo i due anni di emergenza pandemica, attestandosi a 214.590.

Con Aeradria i numeri del Fellini sono discesi dal 2011 record, fino al 2014,
quando i passeggeri sono stati 473.219, il dato più basso dal 2007: questo per la chiusura anticipata dall’aeroporto, su provvedimento del tribunale, nell’ottobre del 2014, per il crac di Aeradria.

Dal maggio 2015 è subentrata la gestione di AiRiminum. Crescita progressiva di passeggeri fino ai 395.199 del 2019, oltre 235.000 dal mercato russo-ucraino. La pandemia da Sars-CoV-2 ha fatto crollare i numeri dello scalo per il 2020 (poco meno di 17.000 passeggeri) e il 2021 (66.713). Il conflitto russo-ucraino è stato un ostacolo sostanzioso nella risalita.

Per il 2024 l’obiettivo di AiRiminum è arrivare a quota 405.304. Sono numeri molto più bassi dei 719.724 passeggeri previsti nel masterplan del 2019, che però non poteva prevedere l’azzeramento del mercato russo-ucraino, il mercato principale dal 2012.

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