Affitti brevi: self check-in vietato e illegale, ma a Rimini lo usa il 34% delle strutture
Il meccanismo, spesso attuato tramite codici digitali per l’accesso autonomo agli appartamenti, è oggetto di attenzione anche da parte del Ministero dell’Interno

Anche a Rimini cresce il fenomeno del self check-in negli affitti brevi. Secondo i dati diffusi da Fondazione Isscon e Federconsumatori Emilia-Romagna, su 968 strutture presenti in città, ben 326 (pari al 34%) utilizzano come unica modalità di accoglienza il self check-in, un sistema considerato illegale in quanto non consente la verifica diretta dell’identità degli ospiti da parte del locatore.
Il meccanismo, spesso attuato tramite codici digitali per l’accesso autonomo agli appartamenti, è oggetto di attenzione anche da parte del Ministero dell’Interno, che ha ribadito l’obbligo di identificazione personale degli ospiti e la comunicazione dei dati alle Questure.
La situazione di Rimini si inserisce in un contesto regionale preoccupante, con percentuali simili in città come Parma (43%), Modena (41%) e Bologna (47% nel centro storico), a conferma di una diffusione crescente di pratiche non conformi alla normativa vigente sulla sicurezza e l’accoglienza turistica.