Antropologia e libertà: Francesco Remotti in conversazione a Rimini

Sabato 15 novembre, alla Biblioteca Gambalunga, il grande antropologo invita a ripensare la libertà come pratica etica e sociale

A cura di Grazia Antonioli Redazione
13 novembre 2025 11:11
Antropologia e libertà: Francesco Remotti in conversazione a Rimini -
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Per il secondo appuntamento di “Biblioterapia. Come curarsi (o ammalarsi) con i libri”, la rassegna di lezioni magistrali e presentazioni di libri dedicata alla comprensione del mondo contemporaneo curata dalla Biblioteca Gambalunga di Rimini, giunta alla quindicesima edizione dedicata quest’anno alle Forme della libertà, la parola passa ad un grande maestro dell’antropologia culturale italiana. Sabato 15 novembre (ore 17) la Sala della Cineteca comunale ospita la conferenza di Francesco Remotti, dal titolo “Libertà è potere. Ma per fare che cosa?”, una riflessione lucida e provocatoria su uno dei concetti più complessi e fraintesi della modernità.

Antropologo di fama internazionale, Remotti invita a interrogarsi sul significato reale della libertà, mettendo in discussione l’idea che essa coincida semplicemente con l’assenza di vincoli o con l’autonomia individuale. La libertà, suggerisce, è sempre una forma di potere: ma quale potere, e verso chi o che cosa? Alla radice Homo sapiens è un animale assai libero. Essendo scarsi i vincoli comportamentali nel suo DNA (libertà-da), può inventare molte soluzioni per sopravvivere. Grazie alla sua libertà-di, alle origini ha compiuto un progresso decisivo: da preda si è trasformato in predatore. E oggi, dall’alto del suo enorme potere di super-predatore, non è forse diventato succube del progresso, prigioniero della sua stessa libertà?

Attraverso il suo sguardo antropologico, Remotti mostra come ogni società costruisca la propria idea di libertà, e come questa sia intrecciata alle relazioni, ai limiti e alle responsabilità che ci definiscono come esseri umani. In un tempo in cui la libertà sembra spesso ridotta a consumo o a rivendicazione personale, la conferenza apre uno spazio critico per ripensarla come possibilità condivisa, come forza capace di generare legami e trasformazioni collettive.

Un incontro che sollecita il pubblico a uscire dalle semplificazioni del discorso corrente e a riscoprire la libertà non come privilegio individuale, ma come pratica etica e sociale del vivere insieme.

Francesco Remotti è professore emerito di Antropologia culturale presso l’Università di Torino e socio dell’Accademia delle Scienze di Torino e dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Ha condotto ricerche etnografiche nel Nord Kivu (Repubblica Democratica del Congo) e ricerche etnostoriche sui regni dell’Africa equatoriale. Ha sviluppato riflessioni teoriche sul concetto di identità e sull’antropo-poiesi, come attestano le sue numerose pubblicazioni. Tra le sue pubblicazioni più significative ricordiamo: Contro l’identità (Laterza, 1996), Contro natura. Una lettera al Papa (Laterza, 2008), Noi, primitivi. Lo specchio dell’antropologia (Bollati Boringhieri, 2009), L’ossessione identitaria (Laterza, 2010), Cultura. Dalla complessità all’impoverimento (Laterza, 2011), Fare umanità. I drammi dell’antropo-poiesi (Laterza, 2013), Somiglianze. Una via per la convivenza (Laterza, 2019). Con Maurizio Bettini e Massimo Raveri ha inoltre pubblicato Ridere degli dèi, ridere con gli dèi (Il Mulino 2020).

L’evento è a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

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