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Avvelenò il collega con un brindisi. Arriva la condanna per il pizzaiolo di un ristorante di Riccione

Il pizzaiolo avvelenò il collega 28enne con un bicchiere di metadone

A cura di Redazione
13 luglio 2025 08:50
Avvelenò il collega con un brindisi. Arriva la condanna per il pizzaiolo di un ristorante di Riccione - Repertorio
Repertorio
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Avvelenò il collega con un bicchiere di metadone e lo spedì in ospedale. È ciò che successe nel 2020 in un ristorante di Riccione, quando un pizzaiolo 47enne propose un brindisi al cuoco del locale, all'epoca 28enne. Arriva ora la condanna: otto mesi di reclusione, 5mila euro di provvisionale, oltre a multa e spese processuali. Lo riporta Il Resto del Carlino. 

Secondo quanto ricostruito, infatti, il gesto non fu casuale. Entrambi lavoravano nella cucina del ristorante ma tra i due i rapporti erano tesi da tempo. Il cuoco aveva vissuto con il fratellastro del pizzaiolo e più volte il 47enne lo aveva minacciato di lasciare l'abitazione. Dopo un astio durato mesi, l'uomo decise di entrare in azione. È la vittima che, dopo essersi ripresa da nove giorni di coma, racconta la vicenda.

Il collega, sostiene, lo avrebbe invitato a un brindisi in cucina, porgendogli un bicchiere riempito con il contenuto di una bottiglia marrone. Nessuna etichetta, nessuna spiegazione. Un gesto rapido, che la vittima interpreta come un semplice momento conviviale. Ma pochi minuti dopo, crolla sul tavolo, dilaniato dai dolori. A salvarlo, in quel momento, fu la fidanzata, che assistette impotente alla scena e chiamò l’ambulanza. Il ragazzo rimase in coma per nove giorni, lottando tra la vita e la morte all’ospedale "Infermi" di Rimini.

I medici del pronto soccorso, dopo gli accertamenti, diagnosticarono un edema polmonare acuto provocato dall’assunzione di metadone in quantità eccessiva. La conferma definitiva arrivò dagli esami tossicologici. Il 28enne sopravvisse, ma appena riacquistata lucidità, puntò il dito sul pizzaiolo. Sapeva che l’uomo aveva accesso a scorte di metadone.

Il processo si è svolto davanti al Tribunale monocratico di Rimini. Il cuoco si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Sara Arduini dello studio legale Caroli. Nell’udienza decisiva, sono stati ascoltati tre testimoni, tra cui proprio la vittima. La difesa del pizzaiolo, rappresentata dall’avvocato Massimiliano Orrù, ha sempre sostenuto l’estraneità del proprio assistito, negando qualsiasi intenzione dolosa. Ma il quadro probatorio ha retto: per il giudice, ci sono elementi sufficienti per condannare l’uomo a otto mesi di carcere, oltre ad aprire la strada per un possibile risarcimento in sede civile.








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