Azienda sammarinese si rifugia in Italia

Azienda farmaceutica lascia la Repubblica di San Marino per evitare gli effetti negativi del decreto incentivi (in vigore da domani) che fa obbligo alle ditte che fatturano dai 5 mila euro in su con s...

A cura di Redazione Redazione
30 giugno 2010 11:17
Azienda sammarinese si rifugia in Italia -
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Azienda farmaceutica lascia la Repubblica di San Marino per evitare gli effetti negativi del decreto incentivi (in vigore da domani) che fa obbligo alle ditte che fatturano dai 5 mila euro in su con società sammarinesi di darne comunicazione all’agenzia delle entrate. Si tratta della Difass di Dogana, attiva da 10 anni nella ricerca e sviluppo farmaceutico. L’azienda ha ceduto l’attività a imprenditori della provincia di Rimini. Ne dà notizia Federazione Industria della Csu (Centrale sindacale unitaria di San Marino) che ha firmato un ‘accordo ponte’ per il trasloco di 21 dipendenti, di cui 13 lavoratori sammarinesi. "Tanto tuonò, che piovve", è il commento dei segretari industria Enzo Merlini (CsdL) e Giorgio Felici (Cdls). "La decisione della Difass di abbandonare San Marino è legata al decreto incentivi, e purtroppo rischia di essere la prima di una lunga serie. L’imperativo è uno solo: uscire dalla black-list" italiana. "L’accordo che abbiamo sottoscritto – spiegano Merlini e Felici – prevede che tutti i 21 lavoratori che saranno assunti nelle sedi italiane mantengano la mobilità, questo per facilitare l’eventuale rientro occupazionale in Repubblica. Ma nel frattempo abbiamo incalzato il segretario al Lavoro perché in regime di black-list si apriranno questioni occupazionali e normative completamente inedite, che vanno affrontati con un provvedimento specifico". Si assiste ad un nuovo fenomeno – dicono dalla Csu – il frontalierato alla rovescia. "Sono 13 i sammarinesi e residenti che per non perdere il lavoro e mantenere la loro professionalità hanno scelto di essere assunti in Italia. Ma questo significa essere tassati completamente alla fonte, significa cioé un taglio alla busta paga in quanto non possono avere nessun bonus fiscale e le detrazioni previste dalla normativa italiana, come figli a carico o mutui casa". "E’ evidente che vanno ricercate anche a livello bilaterale intese che introducano tutele per far fronte al fenomeno del doppio frontalierato. Ad esempio i frontalieri italiani licenziati a San Marino non possono beneficiare degli incentivi-assunzioni previsti in Italia, trovandosi così nella impossibilità di essere ricollocati in entrambi i Paesi".

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