Balneari, Gnassi attacca ancora: “Il pastrocchio del Governo sulle spiagge è un danno per Comuni e imprese”

Sulle concessioni interviene anche la consigliera regionale Alice Parma. “Un Governo che in tre anni non ha voluto affrontare seriamente una questione cruciale"

A cura di Redazione
22 luglio 2025 16:48
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“Continua il solito pastrocchio del Governo sulle concessioni balneari. Il patrimonio italiano delle coste e delle spiagge è stato lasciato nella totale incertezza. Il Governo ha ripetuto per anni fantomatiche promesse come quella che la direttiva Bolkestein non si sarebbe applicata all’Italia e che le gare non si sarebbero fatte. Ha poi proseguito provando a far credere ai concessionari che ci sarebbe stato un diritto di prelazione e così via. La verità è che in questi tre anni il governo Meloni non ha mai seriamente interloquito con l’Europa”. Così il deputato del Pd Andrea Gnassi, componente della commissione Attività produttive della Camera. 

“Gli enti locali, i Comuni e gli imprenditori che vogliono innovare e qualificare anche da un punto di vista ambientale e sostenibile si troveranno di fronte dei bandi di gara suscettibili di ricorsi e controversie. Delle spiagge italiane al Governo non interessa. Con una ministra al Turismo (scomparsa nei fatti) che non si è mai occupata di turismo balneare limitandosi a slogan contro “l’irruzione di grandi gruppi stranieri sulle coste italiane”, a cui invece sono state aperte le porte per come è stato scritto dal suo stesso governo il decreto Bolkestein. Per non parlare del commissario Fitto, che pare neanche sia a Bruxelles per come si è sempre dileguato su una questione che tocca un settore strategico per l’economia turistica italiana” incalza Gnassi, per poi chiosare: “Ora con l’ultima lettera della Commissione europea che invalida il pastrocchiato decreto ministeriale sugli indennizzi, si aggiunge un altro tassello surreale che insieme ai quasi 1700 giorni di infrazione dell’Italia sulla direttiva Bolkestein lascia un settore allo sbando, oltre che i Comuni nella totale impossibilità di indire i bandi senza incorrere in conseguenze pesanti. Chiediamo ancora una volta al Governo di convocare un tavolo con enti locali e Regioni per capire come il nostro Paese possa uscire da questa situazione creata con totale insipienza e disinteresse”.

L'intervento di Alice Parma

“Sulle concessioni balneari continua il caos generato da un Governo che in tre anni non ha voluto affrontare seriamente una questione cruciale per le nostre coste, il turismo e le economie locali”. Lo dichiara la consigliera regionale dell’Emilia-Romagna, Alice Parma (Pd), intervenendo sull’ennesimo stop della Commissione europea al decreto sugli indennizzi, che evidenzia tutte le falle dell’approccio nazionale. “Ritengo inaccettabile – prosegue Parma – che amministratori e imprenditori turistici dei Comuni della nostra Riviera continuino ad essere lasciati soli nella gestione di una partita tanto delicata come quella delle concessioni balneari. Le promesse del Governo si sono rivelate illusioni, utili solo a rinviare il problema. E oggi ci troviamo con bandi di gara esposti a ricorsi, incertezze giuridiche e una totale assenza di regia nazionale”.

“La Regione Emilia-Romagna – sottolinea la consigliera – è pronta al coinvolgimento, come lo è sempre stata, e lo ha dimostrato in più occasioni. Ma per agire servono indicazioni chiare, coordinate e coerenti da parte del Governo. Un quadro normativo finalmente definito, che permetta agli enti locali di muoversi con sicurezza e responsabilità. Nessuno dice che sia semplice, ma proprio per questo servirebbe un esecutivo capace di assumersi le proprie responsabilità. Oggi invece – conclude Parma – assistiamo a un’assenza politica gravissima, con una Ministra del Turismo silente come Daniela Santanchè e un commissario agli Affari europei come Fitto che ha sistematicamente evitato il confronto. Chiediamo che si apra subito un tavolo con enti locali e Regioni per trovare una via d’uscita concreta e condivisa, prima che l’inerzia comprometta definitivamente un settore strategico per l’economia del nostro Paese e della Riviera romagnola”.

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