Banda dei Rolex: condannata zia dei rapinatori per il suo ruolo di basista
Le intercettazioni telefoniche hanno giocato un ruolo fondamentale nel rintracciare e smascherare i membri della banda

Nell’estate del 2019, una banda di campani aveva colpito a Riccione rapinando due passanti di orologi di lusso, un Patek Philippe del valore di 25 mila euro e un Rolex Daytona Oyster Flex da 26 mila euro. Dopo un’accurata attività di indagine, i carabinieri del Nucleo operativo di Riccione, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, sono riusciti a sgominare la banda composta da tre uomini, tutti residenti a Napoli, e da una donna 47enne residente a Cattolica.
La 47enne campana, zia di uno degli autori materiali delle rapine, è stata condannata in primo grado a 5 anni e 9 mesi di reclusione per concorso in furto con strappo e rapina. Secondo gli investigatori, svolgeva il ruolo di “basista”, fornendo alla banda il supporto logistico e un mezzo per compiere le rapine, uno scooter Honda. Inoltre, in intercettazioni telefoniche, veniva accertato che indicava anche eventuali prede utilizzando un linguaggio in codice.
Grazie alle registrazioni delle conversazioni, i carabinieri hanno scoperto che la donna pretendeva di essere pagata per i suoi servizi. Inoltre, è emerso che il motorino utilizzato durante i colpi apparteneva in realtà alla donna, che occasionalmente lo prestava al terzetto per le rapine.
La banda aveva imperversato in Riviera anche durante l’estate del 2018, colpendo turisti con orologi di valore, ma erano stati arrestati nel luglio del 2019 grazie all’indagine certosina dei militari, che li aveva incastrati anche grazie al sistema gps dell’auto utilizzata dai malviventi. Il gruppo partiva ogni fine settimana da Napoli, utilizzando l’auto e lo scooter Honda, e grazie alle intercettazioni telefoniche è stato possibile monitorarne gli spostamenti.