Bombe contro Report: rafforzata la scorta a Ranucci dopo l'esplosione a Roma
Gli inquirenti seguono cinque piste, tra cui quella della criminalità organizzata e degli ambienti ultras


È stata rafforzata la scorta al giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione d’inchiesta Report, dopo il grave attentato avvenuto la notte scorsa a Roma. Un ordigno rudimentale, contenente circa un chilo di esplosivo, è stato collocato sotto l’auto del giornalista e si è attivato causando una forte esplosione. Per un caso fortuito, i danni si sono limitati alle vetture parcheggiate nelle vicinanze.
Secondo quanto ricostruito, la figlia di Ranucci era transitata nella stessa zona appena venti minuti prima dell’esplosione. “Poteva morire. Contro di me si è consumato un salto di qualità — ha dichiarato Ranucci —. Ho ricevuto decine di minacce negli ultimi anni, ma non è facile risalire alla matrice di questo attentato.”
Sull’episodio indaga la Procura di Roma. “È un atto gravissimo su cui indagheremo a fondo — ha affermato il procuratore Francesco Lo Voi —. Mi auguro sia un episodio isolato e che non si torni ai tempi bui degli attacchi ai giornalisti.”
Ranucci ha già fornito agli inquirenti una serie di elementi utili alle indagini. Gli investigatori stanno seguendo quattro o cinque piste considerate rilevanti, che tuttavia, come sottolineano fonti investigative, sembrano convergere sempre verso gli stessi ambienti. Tra le ipotesi al vaglio, oltre a quella della malavita organizzata, figura anche quella che riconduce a frange estreme del tifo ultras.
La redazione di Report e numerose associazioni giornalistiche hanno espresso solidarietà al conduttore, ribadendo la necessità di garantire libertà e sicurezza a chi svolge un lavoro di inchiesta al servizio dei cittadini.