Fine del Rimini Calcio, Matteo Angelini: "Non esistevano alternative per salvare almeno il vivaio?"
Il consigliere comunale del movimento 3V presenta un'interrogazione
"Un colpo al cuore totale". Così Matteo Angelini, consigliere comunale di Rimini del movimento 3V, ha definito la fine della Rimini Calcio intervenendo in Consiglio comunale con un’articolata interrogazione rivolta al Sindaco, alla Giunta e agli uffici competenti.
Angelini ha ripercorso i mesi che, dall’estate a oggi, hanno condotto al fallimento e alla sparizione della storica società biancorossa, soffermandosi in particolare sul destino del settore giovanile. Un ambito che, come ha ricordato il consigliere, è stato lasciato "completamente abbandonato a sé stesso" e che ha potuto proseguire le attività solo grazie all’impegno diretto di tecnici, famiglie e volontari. Tra loro anche lo stesso Angelini.
"Ho dedicato gran parte del mio tempo libero per stare vicino ai ragazzi – ha spiegato – aiutandoli a riprendere le attività, a inserirsi, a continuare un percorso sportivo e umano nonostante una gestione estiva che definire pessima è già un atto di gentilezza".
La speranza, condivisa da allenatori e genitori, era quella di riuscire almeno a iscrivere le squadre giovanili ai campionati, così da ottenere una deroga che permettesse ai ragazzi di concludere la stagione anche in caso di fallimento della società. Un piano di emergenza, fondato sul sacrificio e sul senso di responsabilità, che però si è infranto contro la realtà dei fatti: la decisione dell'amministratore Buscemi di optare per la liquidazione volontaria, primo caso in Italia per una squadra di calcio. Una scelta che, nei fatti, ha cancellato il Rimini Calcio a tutti i livelli: prima squadra e settore giovanile. Ed è proprio su questo punto che si concentra il cuore dell’interrogazione. "Perché questa formula? – ha chiesto Angelini – Non esistevano alternative che potessero salvaguardare almeno il vivaio? In Italia casi analoghi sono stati gestiti in modo diverso".
Domande che il consigliere ha dichiarato di condividere pienamente con le riflessioni espresse di recente anche dal presidente del Comitato Regionale Emilia-Romagna della Lega Nazionale Dilettanti, Simone Alberici. Quesiti rivolti anche all’amministrazione comunale: "È stato tentato un dialogo per esplorare altre strade? Con quali modalità e con quali esiti?".
Angelini ha ribadito come la crisi della Rimini Calcio fosse ormai irreversibile da tempo, ma ha sottolineato con forza che il settore giovanile rappresentava un patrimonio sportivo e sociale dell’intera città, non solo di una società calcistica. "Parliamo di ragazzi, famiglie, educazione, appartenenza. Parliamo di oltre un secolo di storia che si è dissolto".
In chiusura, il consigliere ha voluto ringraziare pubblicamente il sindaco Sadegholvaad e l’assessore Lari per il sostegno e il dialogo mantenuti nei mesi più difficili, così come le numerose società calcistiche riminesi e del territorio che hanno accolto i giovani rimasti senza squadra, offrendo loro "un posto, una casa, la possibilità di continuare a giocare a calcio".
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