Botte al figlio perché non impara il Corano: non luogo a procedere per il padre, respinta richiesta di condanna
Figlio picchiato perché non impara il Corano: 47enne a processo, scatta sentenza di non luogo a procedere
Si è concluso con sentenza di non luogo a procedere il processo che vedeva imputato un 47enne cittadino senegalese, rinviato a giudizio nel maggio 2022 per maltrattamenti in famiglia, vittima il figlio minore.
Secondo le accuse, il bambino, che è affetto da disabilità a seguito di una patologia congenita, era picchiato dal padre perché incapace di imparare a memoria il Corano in lingua araba. Trovatosi in ospedale per altri motivi, il piccolo era stato visitato ed erano stati trovati segni di percosse. Gli assistenti sociali si erano dunque attivati, sentendo anche la madre, ex compagna del 47enne, ed erano partite le indagini.
Al termine del processo il sostituto procuratore, Annadomenica Gallucci, aveva chiesto condanna a 5 anni. Per la difesa dell’imputato, l’avvocata Viviana Pellegrini, doveva essere presa in considerazione una diversa fattispecie di reato, l’abuso dei mezzi di correzione o le percosse.
La sentenza ha così riqualificato il reato contestato al 47enne in percosse, reato procedibile solo con la querela della madre del bambino (ancora minorenne): in assenza è scattata sentenza di non luogo a procedere.
L’avvocata di parte civile, Martina Montanari, ha annunciato ricorso in appello.
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