Bufera su Nordio e Roccella: "L'educazione sessuale non elimina i femminicidi"
Le dichiarazioni dei ministri scatenano la reazione dell’opposizione
Le parole dei ministri Carlo Nordio e Eugenia Roccella sul tema dei femminicidi hanno acceso un’aspra polemica politica. Durante recenti interventi pubblici, il ministro della Giustizia ha fatto riferimento a un presunto “codice genetico dell’uomo che resiste alla parità” tra i sessi, una frase che ha subito sollevato critiche per il suo implicito determinismo biologico e per il rischio di giustificare, anche solo indirettamente, comportamenti violenti.
Alla controversia si è aggiunta la ministra per le Pari opportunità, Eugenia Roccella, secondo cui “non c’è legame tra l’educazione sessuale e il calo delle violenze”, una posizione che contrasta con molte ricerche internazionali e con l’approccio adottato da diversi Paesi europei.
Le dichiarazioni hanno immediatamente provocato la reazione dell’opposizione. Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, ha definito le affermazioni dei ministri “gravi e false”, accusando il governo di minimizzare un fenomeno drammatico che richiede strumenti culturali e politici più incisivi. Anche Maria Elena Boschi (Italia Viva) ha espresso indignazione, parlando di parole “imbarazzanti” e aggiungendo: “Sembra di essere piombati nel Medioevo”.
Il dibattito resta acceso, mentre le associazioni che si occupano di violenza di genere chiedono che la discussione torni a concentrarsi sulle politiche concrete di prevenzione e protezione delle vittime.
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