Capitale Italiana della Cultura 2026, Rimini è serena: "Abbiamo già vinto, non siamo più solo spiaggia"

A Rimini la seduta della V Commissione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna dedicata alla candidatura della città a Capitale italiana della cultura 2026

A cura di Redazione
08 febbraio 2024 15:55
Capitale Italiana della Cultura 2026, Rimini è serena: "Abbiamo già vinto, non siamo più solo spiaggia" -
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La V Commissione dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, presieduta dalla consigliera regionale Francesca Marchetti, ha fatto oggi (giovedì 8 febbraio) tappa a Rimini dedicando una seduta di approfondimento al progetto che vede Rimini insieme alla Romagna candidata a Capitale italiana della Cultura per il 2026.

Mentre si avvicina la data delle audizioni a Roma, in calendario il 4 e 5 marzo, dove Rimini sarà chiamata a presentare contenuti e obiettivi del suo progetto di candidatura, nella sala del Consiglio Comunale il dossier di candidatura è stato presentato alla delegazione regionale, con la partecipazione dell’assessore alla Cultura Mauro Felicori.

A introdurre la commissione, alla quale sono intervenuti l’advisor e coordinatore della candidatura Paolo Verri e la co-direttrice artistica Cristina Carlini, il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad che ha esordito ringraziando a nome della città la Commissione e l’assessore Felicori “per la vostra attenzione e partecipazione a un progetto di futuro che riguarda Rimini, la Romagna, la regione tutta”.

La candidatura di Rimini a capitale della Cultura per l’anno 2026, già entrata tra le 10 ‘finaliste’, “è un punto di partenza e non di arrivo”.

Il sindaco sottolinea: “Per me in qualche modo, abbiamo già vinto. La candidatura infatti è figlia di una crescita soprattutto di consapevolezza di questa città, che grazie ad un percorso avviato negli anni ha riscoperto se stessa, superando quella visione di terra di soli ‘ombrelloni’ a cui siamo molto legati e ancora oggi fondamentale, ma che per un periodo sembrava bastasse a se stessa”.

“La nostra – prosegue Sadegholvaad – è una candidatura oggettivamente nuova nel senso che corre sul filo sottile di un rasoio: va letta nell’accezione più ampia e moderna del termine cultura, in cui non esiste una gerarchia alta/bassa. Il senso di tutto è nel claim che abbiamo scelto, derivazione di un motto dialettale apparentemente in un italiano scalcagnato: Vieni Oltre. Oltre è la curiosità, la necessità di alzarsi in punta di piedi per guardare oltre la siepe, vedere cosa c’è al di là, senza restare arroccati. Vieni oltre è la capacità di includere e accogliere, caratteristica unica di Rimini”.

“Non mi piacciono le autocelebrazioni, ma non esagero se dico che Rimini è la città più immaginata d’Italia – argomenta il sindaco – e ogni italiano ha un ricordo di Rimini per esserci stato. Rimini è citata 671 volte nei titoli di una canzone italiana. Rimini è una spiaggia, è Fellini, è Tondelli, è De Andrè; è Sergio Zavoli, è lo scandaloso tempio malatestiano, è Tonino Guerra, è la Francesca di Dante primo personaggio protofemminista d’Italia, è Piero della Francesca, è l’arrivo della via Flaminia e poco distante il km zero della via Emilia, è il Ponte di Tiberio e l’Arco d’Augusto. E’ una distesa infinita di ombrelloni, è la discoteca, è il corpo, ed è stata anche riminizzazione”.

Il sindaco ribadisce che, a prescindere dal verdetto, per Rimini “questo sarà un punto di partenza, non una gara”.

“L’unica cosa che chiede Rimini e credo anche la Regione è che si resti sul merito delle cose, sull’eccezionale anomalia di una candidatura nuova, inedita di una città e un territorio, ufficializzata per altro nei giorni e nelle settimane terribili dell’alluvione e sostenuta con entusiasmo dai sindaci e dalle comunità della Romagna“, chiosa il primo cittadino.

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