Carabiniere arrestato per rapina in maxi indagine su un sodalizio criminale: la difesa parla di equivoco
Un Carabiniere e la moglie sono coinvolti in un'indagine per un episodio di rapina di un orologio. Entrambi negano accuse tramite il loro legale

Un 60enne Carabiniere è ora in custodia cautelare in carcere, la moglie invece ai domiciliari, in conseguenza di una maxi indagine dei Carabinieri di Riccione su furti in abitazione, rapine, traffico e spaccio di droga compiuti da un numeroso sodalizio criminale.
Marito e moglie, a seguito di alcune intercettazioni, sono indagati per una rapina subita da un conoscente del Carabiniere, al quale fu portato via il rolex da circa 40.000 euro. Secondo il teorema accusatorio, il 60enne avrebbe riferito a tre uomini albanesi, gli autori del colpo, gli spostamenti della vittima, con la quale aveva cenato, qualche ora prima della rapina. I rapinatori, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si rivolgevano al Carabiniere chiamandolo “Maresciallo”.
I due coniugi, difesi dall’avvocato Nicolas Cicchini, negano ogni accusa. Il 60enne sostanzialmente conoscerebbe solo uno degli albanesi indagati, frequentando il suo negozio di frutta e verdura e condividendo con lui la passione per gli orologi.
E la sua complicità nella rapina sarebbe sostanzialmente un equivoco: un messaggio mandato all’uomo albanese, ma il destinatario effettivo era la moglie. La donna sarebbe finita nei guai per un’altra intercettazione: al centro della frase “incriminata”, del denaro che secondo l’avvocato difensore non era quello della rapina, ma il rimborso dell’assicurazione dopo un incidente.
Per la difesa, marito e moglie sono finiti a loro insaputa nella vicenda criminosa. “Sono stati coinvolti in una vicenda della quale loro sono totalmente all’oscuro”, evidenzia l’avvocato Cicchini. Non ci sarebbe neanche il movente economico: “Quattro mesi dopo la rapina sarebbe andato in pensione, avrebbe ricevuto il Tfr. Perchè avrebbe dovuto rischiare tutto per qualche migliaia di euro?”. Secondo la Procura, la parte di bottino spettante al Carabiniere fu quantificata in 4000 euro.
Soldi che però il 60enne non ha mai visto. “Questo caso mi ricorda quelli di Gianni Fabbri(storico patron del Paradiso, ndr)ed Enzo Tortora”, il commento dell’avvocato Cicchini, similitudine per ribadire l’innocenza dei suoi assistiti.