Caso Garlasco, svolta nelle indagini: il Dna “ignoto 3” frutto di contaminazione
La Procura di Pavia affida nuove verifiche a Cristina Cattaneo. I legali di Stasi: “Fatto gravissimo, possibile revisione della condanna”

Nuovo sviluppo nell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. La Procura di Pavia ritiene che il cosiddetto “Dna ignoto 3”, rinvenuto su una garza usata durante l’autopsia, possa derivare da una contaminazione con precedenti esami autoptici. Gli accertamenti, condotti dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani, hanno evidenziato una corrispondenza con materiale biologico di uno dei cinque uomini autopsiati nello stesso periodo.
Per approfondire, la Procura ha incaricato la professoressa Cristina Cattaneo, nota antropologa e medico legale, di riesaminare le cause della morte e la scena del crimine.
La difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per il delitto, definisce la scoperta “un fatto gravissimo” che mina la credibilità degli accertamenti del 2007 e potrebbe aprire la strada a una revisione della sentenza.