Caso Zanotti: il commento di Pizzolante
Il giudice che estradò Luca Zanotti dovrebbe interrogarsi, così come le forze politiche italiane dovrebbero rivedere il mandato d’arresto europeo che "produce questi disastri". Lo sostiene in una nota...

Il giudice che estradò Luca Zanotti dovrebbe interrogarsi, così come le forze politiche italiane dovrebbero rivedere il mandato d’arresto europeo che "produce questi disastri". Lo sostiene in una nota il deputato Sergio Pizzolante (Pdl), presente in tribunale a Kalamata con la collega Elisa Marchioni (Pd) nell’udienza saltata per lo sciopero dei cancellieri ma che ha comunque deciso per la liberazione del riminese su cauzione. "Il giudice – dice Pizzolante -ha accettato di ascoltare per pochi minuti Luca Zanotti ed immediatamente si è reso conto che non si trovava di fronte un tossicodipendente e tanto meno un trafficante internazionale di droga. Sono bastati pochi minuti e il buon senso di una donna (il giudice) per capire che ci troviamo di fronte ad una grande ingiustizia che ha costretto un ragazzo, la sua famiglia e la comunità a mesi di tragedia. Il giudice italiano che in maniera non responsabile e burocratica ha concesso l’estradizione che ha fatto vivere a l’incubo della galera in un paese straniero in condizioni ambientali inaccettabili (verificate con i miei occhi) dovrebbe interrogarsi. Le forze politiche italiane affinché questa tragedia non passi invano debbono interrogarsi sulla revisione del mandato d’arresto europeo che produce questi disastri. Non ci può essere omogeneità nel mandato d’arresto europeo in presenza di così forti disomogeneità nei paesi membri dell’Unione. Non è possibile che sia un giudice a decidere in maniera burocratica sulla decisione ultima di estradizione, la responsabilità deve tornare alle autorità politiche democraticamente elette. Luca Zanotti non è il nostro eroe per aver fumato due anni fa in vacanza uno spinello, è il nostro eroe oggi perché il suo sacrificio ci consente di aprire una battaglia di civiltà".