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Cassazione: eversive le azioni contro i centri sociali

Progettare di incendiare un edificio destinato dal Comune ad ospitare un centro sociale della "sinistra antagonista" e venire sorpresi con le taniche incendiarie in macchina, pronti a partire per la s...

A cura di Redazione
22 ottobre 2008 15:23
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Progettare di incendiare un edificio destinato dal Comune ad ospitare un centro sociale della "sinistra antagonista" e venire sorpresi con le taniche incendiarie in macchina, pronti a partire per la spedizione ‘punitiva’, porta dritti in carcere perché simili propositi sono reati aggravati dalla "finalità di eversione dell’ordine democratico" in quanto posti "in essere per sopraffare gli antagonisti politici ed affermare la propria supremazia fondata sulla forza". Lo sottolinea la Cassazione confermando la misura cautelare per nove neofascisti bolognesi di Forza Nuova. Il ‘drappello’ – sotto intercettazione – era stato bloccato dalla polizia mentre, con 15 litri di liquido infiammabile a bordo, si dirigeva versoRimini con l’obiettivo di dare alle fiamme una struttura che il Comune romagnolo, da punire per "eccessivo lassismo", aveva concesso in uso come centro sociale. Il progetto prevedeva anche il ‘sequestro lampo’ del portiere dello stabile per dargli una "manata di botte". Senza successo, in Cassazione, il ‘gruppetto’ ha cercato di difendersi scansando l’aggravante dell’eversione e sostenendo di aver, semmai, solo tentato di danneggiare il centro sociale con una "mera incursione". Gli ‘ermellini’ – sentenza 39504 – hanno replicato che questo tipo di ‘piano’ dimostra "quella volontà destabilizzante caratteristica di chi ritiene che il dialogo con forze politiche contrapposte debba essere sostituito da azioni di forza, connotate da violenza e prevaricazione, idonee a creare panico e forte insicurezza nella popolazione". "La neutralizzazione di antagonisti politici programmata e posta in essere con metodi violenti (tentativo di incendio, tentativo di sequestro di persona e lesioni) – aggiunge la Cassazione – integra una sostanziale e innegabile violazione dei principi democratici previsti dalla Carta costituzionale". Confermata così l’ordinanza di custodia convalidata dal Tribunale del riesame di Bologna il 2 novembre 2007.

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