Cavallara, l’attacco di Europa Verde Rimini: “L’impianto da 54mila polli frutto di precise decisioni politiche”
Secondo i Verdi l’allevamento contraddice la vocazione turistica e agricola della valle e rischia di comprometterne il futuro


Europa Verde Rimini contesta la scelta dell’allevamento intensivo in Valmarecchia, definendola una decisione politica errata e in contrasto con la vocazione turistica e agricola del territorio. Nella nota stampa, il movimento sottolinea come l’impianto avicolo da 54mila polli della Cavallara sia stato autorizzato grazie a scelte precise di enti locali e Regione, e non per assenza di norme. Europa Verde chiede ora trasparenza sugli atti, controlli rigorosi, stop a nuovi allevamenti intensivi in aree fragili e un percorso di riconversione del sito.
La nota stampa di Europa Verde Rimini
Allevamento intensivo in Valmarecchia: una scelta politica sbagliata.
In questi giorni leggiamo le dichiarazioni della consigliera regionale Alice Parma, che definisce il maxi-allevamento avicolo di Cavallara un “polo avicolo”. Noi riteniamo doveroso chiarire che quell’impianto non è nato per caso, né per mancanza di norme: è stato il frutto di decisioni politiche ben precise.
Quando il progetto Fileni è stato approvato, l’Unione dei Comuni della Valmarecchia – di cui Santarcangelo fa parte – ha espresso il proprio assenso. E in quegli anni Alice Parma era sindaca proprio di Santarcangelo. A questo si sono aggiunti la variante urbanistica del Comune di Maiolo e il via libera della Regione Emilia-Romagna con la VIA/PAUR (DGR 498/2022).
Oggi la valle si trova a convivere con un impianto da 54.000 polli a ciclo, collocato in un’area fragile dal punto di vista ambientale e idrogeologico, a ridosso delle case e nel cuore di un territorio che vive di turismo, agricoltura e paesaggio. È una scelta che contraddice la vocazione della Valmarecchia e che rischia di comprometterne il futuro.
Gli strumenti per fermare o limitare l’impatto di impianti simili già esistono: valutazioni ambientali, autorizzazioni integrate, vincoli idrogeologici e paesaggistici, norme europee sui nitrati e linee guida sulle emissioni odorigene. Ciò che è mancata, allora come oggi, è la volontà politica di usarli davvero a difesa del territorio.
Per questo chiediamo che l’Unione dei Comuni e la Regione si assumano fino in fondo le proprie responsabilità e si impegnino a:
• pubblicare tutti gli atti e i dati di monitoraggio ambientale;
• verificare con rigore il rispetto delle prescrizioni autorizzative;
• bloccare ogni nuova ipotesi di allevamenti intensivi in aree fragili;
• avviare un percorso di riconversione del sito, restituendolo alla comunità.
La Valmarecchia non ha bisogno di scaricabarile o dichiarazioni retrospettive: ha bisogno di verità, trasparenza e coraggio politico.
Alessia Lea Di Rago, coportavoce di Europa Verde Rimini e membro dell’Esecutivo Regionale Europa Verde – Verdi E-R