Cercano lavoro, ma decidono di fare rapina in banca senza un piano: la "confessione" davanti al giudice

Rapina in banca a Rimini, i tre arrestati davanti al giudice. I legali chiedono i domiciliari

A cura di Riccardo Giannini Redazione
10 maggio 2024 18:35
Cercano lavoro, ma decidono di fare rapina in banca senza un piano: la "confessione" davanti al giudice -
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Oggi (venerdì 10 maggio) si è tenuto l’interrogatorio di garanzia dei tre rapinatori arrestati martedì scorso per la tentata rapina alla filiale della banca San Geminiano e San Prospero, in via Circonvallazione Occidentale.

I tre arrestati – un 66enne torinese difeso dall’avvocato Enrico Graziosi, un 65enne e un 29enne napoletano difesi dall’avvocato Andrea Guidi – hanno riferito di essere partiti da Torino, nella mattinata di martedì, per recarsi a Pescara e trovare un lavoro. Fermatisi a Rimini, hanno deciso di tentare il colpo in banca, senza avere un piano. “Abbiamo fatto una str…“, hanno dichiarato davanti al giudice. I due indagati più anziani avevano precedenti lontani nel tempo proprio per rapina.

Rapina in banca a Rimini, legali chiedono domiciliari

Davanti al giudice, i due sessantenni e il 29enne hanno affermato di non aver avuto intenzione di fare del male ai dipendenti e ai clienti tenuti poi sotto ostaggio: il fatto che le persone, presenti all’interno della banca, siano state costrette a rimanervi all’interno, ha portato gli inquirenti a contestare anche il reato di sequestro di persona, oltre alla rapina pluriaggravata. Uno dei rapinatori “anziani” ha affermato che, nonostante i suoi “trascorsi” passati, non avrebbe mai usato violenza, in caso di una reazione violenta da parte di uno degli ostaggi, e non solo per le sue condizioni fisiche.

I legali hanno invece chiesto i domiciliari: il più giovane, padre di famiglia, è incensurato, uno degli altri due imputati, il torinese, ha problemi di salute e il terzo ha una situazione familiare che ne richiede la presenza a casa.

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