Cibi vietati in Italia: attenzione, si rischia una multa fino a 50 mila euro
Gli alimenti banditi dalle tavole italiane e i motivi dietro il loro divieto

L’Italia, nota per le sue tradizioni gastronomiche, ha anche alcuni divieti alimentari che potrebbero sorprendere. Chi non rispetta queste leggi rischia multe fino a 50 mila euro. Scopriamo i 7 cibi vietati nel territorio nazionale.
In Italia ci sono 7 cibi vietati per motivi di salute, ambientali o etici. Le sanzioni possono arrivare fino a 50 mila euro per chi produce, consuma o vende questi alimenti.
La normativa mira alla salvaguardia della salute e dell’ambiente, come nel caso del famoso formaggio sardo casu marzu, pericoloso per l’ingestione di vermi vivi e per la mancanza di requisiti igienico-sanitari. Anche il pesce palla, bandito in quasi tutto il mondo per la sua tossicità, è vietato in Italia.
È importante notare che la lista dei cibi vietati è in continua evoluzione a causa delle normative europee variabili. Al momento, i cibi vietati sono: Pesce palla: vietato dal 1992 per alta presenza di tetradotossina, una neurotossina letale. Sanguinaccio: vietato per mancanza di sicurezza igienico-sanitaria e raccolta non etica. Casu marzu: pericoloso per l’ingestione di vermi vivi e mancanza di igiene. Foie gras: vietata solo la produzione per il maltrattamento delle oche, non il commercio e consumo. Datteri di mare: raccolta dannosa per i litorali e la biodiversità. Uccellini di cacciagione: vietato cacciarli, catturarli, mangiarli e venderli dal 2014. Carne di cane e gatto: tutela degli animali domestici e assenza di prescrizioni sulla macellazione.
La violazione di queste norme comporta multe che possono arrivare fino a 50 mila euro.