Rimini lancia il modello dell'albergo diffuso per contrastare la crisi dell'ospitalità
L’idea è che le strutture ricettive esistenti possano diventare nuclei centrali (hub) per i servizi comuni

Cna Turismo e Commercio lancia il modello “Albergo diffuso” con l'obiettivo di dare un aiuto concreto alle strutture alberghiere che faticano a stare sul mercato, il tutto attraverso un'innovativa visione complessiva del modello di ricettività.
È stato lo stesso Presidente della Regione Emilia Romagna Michele De Pascale a tornare in questi giorni sulla necessità di intervenire sul tema con la volontà di lavorare ad “una legge per rigenerare le strutture ricettive in alcuni casi con accorpamenti, in altri con ristrutturazioni oppure liberando spazi a terra”.
Un tema a cui anche il Comune di Rimini ha posto attenzione, dando il via libera al cambio di destinazione dell’hotel dismesso, ma solo se al servizio del turismo e non a sviluppo residenziale. Si profila dunque la possibilità di creazione centri benessere, spa, piscine, parcheggi silos, aree verdi, cucine condivise mentre viene ribadito il no a nuove palazzine.
Una visione su cui si muove il concetto di “Albergo diffuso” che Cna Turismo e Commercio vuole mettere al centro del dibattito per dare dinamismo al patrimonio edilizio alberghiero del territorio. L’idea è che le strutture ricettive esistenti possano diventare nuclei centrali (hub) per i servizi comuni: reception, colazione, aree di accoglienza con la volontà di creare le camere aggiuntive mediante la riconversione di immobili esterni (hotel dismessi o da dismettere o comunque non più appetibili, appartamenti, case storiche, spazi ristrutturati), gestiti come un’unica entità alberghiera. Un sistema integrato di servizi: pulizia camere, trasporto bagagli, assistenza turistica, esperienze diffuse nel territorio.
“Gli imprenditori alberghieri potrebbero aumentare la capacità ricettiva e la redditività delle proprie strutture - sottolinea Bruno Bianchini Presidente di Cna Commercio e Turismo - senza dover affrontare complessi iter urbanistici o investimenti elevati per nuove costruzioni". Con il modello “Albergo diffuso” si genererebbero nuove opportunità lavorative: manutenzione, gestione camere esterne, servizi accessori, trasporti, accoglienza attivando l’indotto locale: artigiani, fornitori, produttori tipici e guide locali trovano nuove occasioni di collaborazione.
L’albergo diffuso sfrutterebbe spazi già esistenti senza richiedere nuove edificazioni favorendo un turismo sostenibile e di qualità: "Si facilita un’esperienza autentica, immersa nella vita locale, in linea con le tendenze del turismo responsabile e slow con la capacità di adattarsi facilmente a flussi turistici variabili, offrendo soluzioni flessibili per soggiorni brevi e lunghi in ottica anche di destagionalizzazione. Una visione con una bozza progettuale già pronta a raccogliere i contributi di tutte le associazioni di categoria del territorio e gli attori del settore turistico-alberghiero", chiosa Bianchini.