Confermata la condanna ai cinque poliziotti nel caso Shalabayeva
La Corte d’appello di Firenze mantiene la pena a sei anni, ridotta l’interdizione dai pubblici uffici
La Corte d’appello di Firenze ha confermato la condanna inflitta ai cinque poliziotti imputati nel processo bis sul rimpatrio di Alma Shalabayeva e della figlia Alua, avvenuto nel 2013. Rimane valida la sentenza di primo grado emessa a Perugia, che riconosce gli imputati colpevoli di sequestro di persona per le irregolarità nelle procedure di espulsione.
L’unica modifica riguarda la misura accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, ridotta da perpetua a cinque anni. Il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione, mentre la parte civile aveva domandato la conferma delle condanne e il risarcimento.
Il caso ebbe grande risonanza internazionale: Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, fu espulsa insieme alla figlia con un provvedimento ritenuto successivamente illegittimo. Con la decisione della Corte d’appello, il quadro sanzionatorio resta sostanzialmente invariato, in attesa di eventuali ricorsi.
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