Conte a Faenza: Meloni avrebbe dovuto richiamare Sgarbi
'No al processo politico, ci penserà la magistratura'

Al sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, “non dobbiamo fare un processo politico andando in tv, ci penserà la magistratura ad accertarlo. Ma se hai un membro di governo” sotto inchiesta “lo richiami”. Lo ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, dal palco della riunione regionale del movimento dell’Emilia-Romagna, a Faenza (Ravenna). “Sgarbi mi ha insultato – aggiunge Conte – Va compreso. Noi non ne facciamo una questione personale”. “Quello che mi ha sorpreso di questa vicenda – prosegue Conte – è la dichiarazione finale di Sgarbi che ha aspettato l’Antitrust e ha dichiarato orgoglioso che ‘la Meloni non mi ha chiesto niente'”, ha aggiunto Conte, per il quale “un presidente del Consiglio di fronte a un caso del genere” dovrebbe avvertire “la sensibilità e il dovere istituzionale di fare come ho fatto io, che ho chiamato riservatamente Armando Siri a Palazzo Chigi, mi sono fatto portare le sue carte indipendentemente dall’avviso di garanzia che aveva ricevuto, le ho lette assieme a lui e gli ho detto ‘ti devi dimettere'”. Per Conte al di là delle inchieste la premier ha “il dovere di salvaguardare il prestigio dell’istituzione di Governo”. “Questione morale – spiega Conte – significa che se hai un sottosegretario alla Cultura non puoi far finta che non utilizzi il suo ruolo pubblico per andare a prendere soldi a mostre e convegni e a utilizzare quello strumento quando non è possibile indipendentemente dal fatto che sia reato o meno”. Quanto a Sgarbi “gli auguro che la vicenda giudiziaria renderà giustizia alle sue ragioni” conclude Conte, per il quale non poteva però rimanere “sottosegretario di fronte a questa ipotesi accusatoria così seria. Perché c’è un principio nella Costituzione: chi ricopre incarichi di governo deve comportarsi con onore e disciplina a prescindere dai procedimenti penali. Non lo capiscono”.