Cosa si nasconde tra le mura di San Mercuriale: un’incredibile curiosità su Forlì

Scopri l’Abbazia di San Mercuriale a Forlì: capolavoro romanico‑lombardo con campanile, sculture rare e reliquie di drago!

A cura di Redazione
13 agosto 2025 10:00
Cosa si nasconde tra le mura di San Mercuriale: un’incredibile curiosità su Forlì - Foto: Sailko/Wikipedia
Foto: Sailko/Wikipedia
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L’Abbazia di San Mercuriale è il monumento più famoso di Forlì e un capolavoro del romanico‑lombardo in Emilia‑Romagna. Edificata tra il 1178 e il 1181 sui resti di una pieve del VI secolo dedicata a Santo Stefano, nasce su un sito di culto forse già attivo dal V secolo. Progettata su tre navate, tre absidi e un’imponente cripta, la basilica conserva due mensole marmoree a goccia del protiro originario e un frammento scultoreo – un leone stiloforo – ricollocato come simbolo del monumento. Il maestoso campanile lombardo, alto oltre 70 metri, fu eretto contemporaneamente alla chiesa e domina tutt’oggi Piazza Saffi, punto di convergenza tra storia sacra e civica.

Una chiesa, mille storie tra guerre e pellegrinaggi

Fin dal IX secolo l’abbazia fu un centro religioso e politico di grande importanza, rafforzata da atti di donazione raccolti nel Libro Biscia. Dopo la distruzione causata dal fuoco nel 1173 durante i conflitti tra guelfi e ghibellini, la chiesa venne ricostruita in forme più ampie e rialzate, per proteggersi dalle piene del vicino fiume Rabbi. La facciata, in laterizi “a salienti”, ospita la pregevole lunetta con il gruppo Sogno e Adorazione dei Magi, attribuita al Maestro dei Mesi di Ferrara, capolavoro scultoreo degli inizi del XIII secolo. All’interno si trova anche il sepolcro rinascimentale di Barbara Manfredi, opera di Francesco Ferrucci, emblema di arte e tragedia nella chiesa.

Restauri, reliquie e il drago di San Mercuriale

Negli anni ‘40 e ‘50 l’abbazia è stata sottoposta a importanti restauri conservativi, che hanno riportato al romano‑lombardo la sua architettura primaria. Nel 1959 è diventata Basilica minore, celebrando l’antichità e il prestigio storico del sito . Tra le curiosità più affascinanti: la tradizione narra che San Mercuriale sconfisse un drago per salvare la città, e persino oggi si può ammirare uno stendardo che lo ritrae con questa impresa eroica. Nel 2018 gli studi su una reliquia esposta nella Cappella hanno confermato che testa e resto del corpo appartengono a uno stesso individuo vissuto tra 50 e 60 anni, probabilmente di origine armena, aggiungendo un tocco di mistero al culto del santo
scopriforli.

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