Crollano gli allevamenti in provincia, l’Alta Valmarecchia perde 1.102 capi ovini
La dettagliata analisi dell'agronomo Leonardo Sacchetta

Il patrimonio zootecnico in provincia di Rimini nel corso degli ultimi anni è stato soggetto a forti cambiamenti sia nel numero che nella specie allevata.
Ad affermarlo l’agronomo Leonardo Sacchetta. L’andamento degli ultimi 10 anni è molto variegato infatti assistiamo ad un incremento di capi come i suini e contemporaneamente ad una drastica riduzione degli ovini. Così come rispetto all’anno precedente calano drasticamente i capi dei bovini da latte.
Ora andiamo a vedere nel dettaglio quali sono stati gli animali che hanno saputo resistere a quello che è stato l’abbandono delle aziende agricole, specialmente nelle zone montane, in questi ultimi anni. Negli ultimi dieci anni in provincia di Rimini, prosegue Sacchetta, si sarebbero persi 1.155 capi bovini con una media di circa 100 capi all’anno. E’ solo grazie all’ingresso dei due nuovi comuni Montecopiolo che con i suoi 766 capi e Sassofeltrio (33) che si è potuto limitare, anche se parzialmente, il danno. Ma nonostante ciò il trend è in costante diminuzione dei capi allevati, si passa dai 7.601 del 2022 ai 7.390 del 2023 con una perdita di ben 211 bovini in un solo anno. Dei 1.155 capi persi nel decennio, 597 facevano parte dei 7 comuni montani dell’Alta Valmarecchia, (Casteldelci-Maiolo-Novafeltria-Pennabilli-San Leo -S. Agata Feltria-Talamello) là dove nel 2012 erano presenti 5.178 capi, mentre ora ne troviamo soli 4.581. I restanti capi bovini che sono andati perduti (558) erano sparsi tra la Valconca, il comune Rimini ed i 3 comuni della bassa Valmarecchia. I comuni che la fanno da padroni come numero di capi bovini li troviamo in Alta Valmarecchia con Novafeltria (1.555 capi), San Leo (1.068), Pennabilli (637), S .Agata Feltria (612), Casteldelci (534) e Montecopiolo (766). In Valconca troviamo in testa Coriano con 341 capi. Poi per curiosità, ci sono anche 4 comuni (Morciano, Talamello, Riccione e Cattolica) che non hanno allevamenti di bovini.

Unvero disastro che a macchia d’olio interessa in modo costante ed uniforme tutti i comuni della provincia riminese.
Per quanto concerne gli ovini le cose non vanno meglio. E’ proprio in questo settore che abbiamo i dati peggiori, in particolare nella Valmarecchia. Negli ultimi cinque anni in provincia di Rimini, si sarebbero persi 366 capi ovini con una media di oltre 70 capi all’anno. E’ solo grazie all’ingresso dei due nuovi comuni Montecopiolo che con i suoi 117 capi e Sassofeltrio (143) che si è potuto limitare anche se solo parzialmente, il danno. Ma nonostante ciò il trend è in costante diminuzione dei capi ovini allevati, si passa infatti dai 7.114 capi del 2022 ai 6.774 del 2023 con una perdita di ben 340 capi ovini in un solo anno. Per gli ovini (a differenza dei bovini), questa volta troviamo proprio l’Alta Valmarecchia in grande sofferenza, infatti i 7 comuni (Casteldelci-Maiolo-Novafeltria-Pennabilli-San Leo -S. Agata Feltria-Talamello) dal 2017 (2.605 capi) al 2023 (1.503) perdono 1.102 capi, con una media di oltre 200 capi per ogni anno. Per questo comparto (ovini) la disfatta è stata parzialmente limitata grazie al saldo positivo di alcuni Comuni della Valconca infatti troviamo nel quinquennio Saludecio con un +306 capi (1.368 capi attuali) San Clemente +231 capi (234 capi attuali) Mondaino +128 (260) Coriano +298 capi (1.621 capi attuali).

Una delle cause che hanno portato a dismettere l’allevamento degli ovini, è sicuramente la presenza dell’alto numero di lupi che attaccano costantemente le greggi, costringendo gli allevatori ad alimentare il bestiame attorno all’azienda o dentro i ricoveri. Non potendo usufruire dei pascoli, i costi diventano insostenibili tanto da costringere la dismissione del bestiame. Un vero peccato per una zona che sarebbe altamente vocata a questo tipo di allevamento, là dove il latte potrebbe essere trasformato ed una parte dei formaggi essere infossata per ottenere il formaggio “Ambra di Talamello” e la DOP del formaggio di fossa di Sogliano.
A differenza degli altri animali allevati, ci dice l’agronomo Leonardo Sacchetta, nel corso degli ultimi 10 anni, in provincia di Rimini, il comparto dei suini ha avuto un netto incremento, pari ad oltre 5.000 capi, passando dai 3.152 del 2012 agli 8.166 del 2023, questo però è dovuto in particolare all’entrata del comune di Montecopiolo che ha apportato ben 1.891 capi suini.
Però non facciamoci illusioni perché questo trend è in forte calo, infatti dal 2022 (9.936 capi) si è passati agli 8.166 del 2023 con una perdita secca di ben 1.770 capi suini in un solo anno. I comuni che la fanno da padroni sono: il comune di Poggio-Torriana con i suoi 4.621 capi suini ed il comune di Montecopiolo con 1.891 capi allevati. Gli allevamenti di suini in provincia di Rimini sono n.337

Tra i mammiferi, troviamo come fanalino di coda in provincia di Rimini 1.525 cavalli e ben 262 asini.
Infine per quanto concerne l’allevamento dei bipedi cioè del pollame, in provincia di Rimini troviamo mediamente n. 47 allevamenti con 1.370.431 capi allevati. Il numero dei capi durante l’anno varia sensibilmente. I dati esposti, fanno riferimento alla situazione del giorno 30 novembre 2023. In provincia abbiamo 18 allevamenti con 667.630 polli da carne allevati tutti ad allevamento convenzionale. Gli allevamenti di ovaiole, sono 7 che allevano 301.120 capi di questi 83.050 capi vengono allevati a terra mentre per 218.070 ovaiole, la deposizione avviene in gabbia. Quelle che saranno le prossime ovaiole (ora pollastre) sono 127.740. E per concludere, abbiamo anche n.2 allevamenti che producono 33.550 tacchini da ingrasso.