Riccione, incubo dal dentista: estrae 6 denti a un bimbo. Professionista condannata a versare 12mila euro
Condannata dopo aver estratto, senza consenso dei genitori e senza giustificazione clinica, sei denti da latte a un bimbo
Una seduta dal dentista trasformata in un incubo. Il Tribunale di Rimini ha condannato una professionista al risarcimento di oltre 12 mila euro per aver estratto, senza il consenso dei genitori e senza giustificazione clinica, sei denti da latte a un bimbo riccionese di pochi anni. Un intervento giudicato "sproporzionato" che ha costretto il piccolo a un lungo calvario tra ospedali e terapie correttive. Lo riporta Il Resto del Carlino Rimini.
La vicenda
La vicenda ha inizio tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023, quando i genitori di un bambino di 6 anni, residenti a Riccione, su consiglio del pediatra, si rivolgono ad uno studio dentistico per curare i denti da latte del figlio. A novembre il bambino viene sottoposto a terapie conservative, senza particolari problemi. Poi arriva la fatidica seduta che darà inizio al calvario della famiglia riccionese.
Durante quell’appuntamento, il bambino viene sottoposto all’estrazione di sei denti decidui dell’arcata superiore. Il punto è che, secondo quanto accertato dal tribunale, i genitori non sarebbero stati informati di questa scelta e non avrebbero mai dato il loro consenso a un’operazione di questo tipo. La situazione precipita poche ore dopo.
Il bambino inizia infatti a sentirsi male, a soffrire di forti dolori, non riuscendo né a mangiare né a bere. I genitori, preoccupati, lo portano al pronto soccorso di Rimini. Iniziano una serie di visite per il piccolo, controlli e accertamenti che mettono in evidenza le conseguenze sull'apparato masticatorie e un forte disagio emotivo nel bambino. A quel punto la famiglia decide di andare fino in fondo e chiede un accertamento tecnico preventivo. I consulenti incaricati ricostruiscono quanto accaduto e arrivano a conclusioni piuttosto nette.
La condanna
L'estrazione dei sei denti è stata considerata clinicamente non giustificata e sproporzionata rispetto a quello di cui il bambino avrebbe avuto bisogno. Non sono stati fatti esami radiografici preliminari, nessuna valutazione concreta di terapie alternative, nessun consenso informato. Il tribunale di Rimini ha fatto proprie queste conclusioni, riconoscendo la responsabilità della professionista e il nesso diretto tra l’intervento e i danni subiti dal bambino.
Per quanto riguarda il fronte economico, il giudice ha riconosciuto il risarcimento per il danno biologico, le spese già sostenute dai genitori e anche quelle future. Il bambino, infatti, dovrà affrontare un percorso ortodontico correttivo reso necessario proprio dalle estrazioni premature. Alla fine dei conti, la professionista è stata condannata a versare oltre 12 mila euro, oltre alle spese legali e ai costi delle consulenze tecniche.
8.0°