Dazi, giallo sull'accordo Usa-Ue: testi divergenti e intesa non vincolante
Farmaci, web tax e chip tra i nodi aperti. Lettera di 11 Paesi europei per uno scudo sull’acciaio

Un vero e proprio giallo circonda l’accordo sui dazi tra Stati Uniti e Unione Europea. I testi pubblicati dalle due parti, infatti, presentano differenze sostanziali su più punti cruciali, dai farmaci alla web tax fino ai chip. Bruxelles ha subito chiarito che l’intesa non è vincolante, alimentando i dubbi sulle prospettive reali dell’accordo.
A complicare il quadro, una lettera firmata da 11 Paesi dell’UE – tra cui l’Italia – che chiede l’adozione di uno “scudo sull’acciaio” per proteggere il mercato europeo. Il documento, originariamente promosso dalla Francia, punta a ripristinare quote e limiti commerciali ai livelli di 12 anni fa. Cresce anche la preoccupazione delle principali cancellerie europee per i possibili effetti delle tensioni sui mercati.
Parallelamente, continuano i colloqui tra Stati Uniti e Cina in Svezia, definiti “costruttivi” da entrambe le parti. Pechino ha annunciato un’estensione della tregua sui dazi, contribuendo a ridurre le pressioni sui mercati internazionali.
Nel frattempo, il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le stime di crescita globale per il 2025: +3% (+0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni di aprile), grazie a scambi commerciali più intensi del previsto e a tariffe meno elevate rispetto agli annunci iniziali. Per l’Italia, l’upgrade è allo 0,5% (+0,1 punti percentuali), mentre la Germania migliora le proprie prospettive economiche. Nessuna variazione, invece, per Francia e Spagna.