In pochi conoscono la sua vicenda: il faro di Rimini e la storia che ha conquistato gli artisti
Il faro di Rimini, lanterna dal 1911, domina il porto-canale. Scopri la sua storia, i misteri e la curiosità finale!

Il faro di Rimini, eretto nel 1911 sul lato est del porto-canale, è la storia vivente della marineria adriatica. Alto 27 metri, con lanterna elettrificata dalla Regia Marina, emette tre lampi bianchi ogni 12 secondi, visibili fino a 15 miglia nautiche. Ricostruito nel 1946 dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, la torre e l’edificio del farista risultano oggi perfettamente restaurati, sorvegliati dalla Marina Militare e visitabili su appuntamento.
Una lanterna tra arte e resistenza
Il primo faro del porto riminese risale al XV secolo, incorporato nel campanile di San Niccolò, opera del signore Carlo Malatesta. Dopo varie ricollocazioni – dalla chiesa di S. Antonio nel Seicento alla torre settecentesca – l’architetto Luigi Vanvitelli progettò la struttura attuale (iniziata attorno al 1754 e completata nel 1764), probabilmente portata a termine da Giovanni Francesco Buonamici. A inizio Novecento il faro fu sopraelevato di 9 metri e dotato di corrente elettrica, diventando uno dei più potenti dell’Adriatico.
Un simbolo che ammalia ed ispira
Oggi, la luce del faro non guida solo le navi: è un magnete per gli appassionati di fotografia, attratti dalle vedute sul porto-canale al tramonto. L’ultimo restauratore, il farista Vincenzo Colaci, ha creato una piccola collezione-museo di componenti antichi e lampade, esposta accanto alla scala spirale. Anche il pittore americano Edward Hopper, celebre per i suoi fari solitari, trasse ispirazione da modelli come quello riminese, rendendolo un’icona pittorica della solitudine e del viaggio.