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Dichiarazione del Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali

Riceviamo e pubblichiamo dal Presidente della provincia di Rimini“L’ultimo episodio di cronaca, la morte di un ragazzo riminese durante- a quanto rilevano i primi riscontri degli inquirenti- un festin...

A cura di Redazione
02 agosto 2010 10:20
Dichiarazione del Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali -
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Riceviamo e pubblichiamo dal Presidente della provincia di Rimini

“L’ultimo episodio di cronaca, la morte di un ragazzo riminese durante- a quanto rilevano i primi riscontri degli inquirenti- un festino a base di cocaina, ripropone con drammatica urgenza il problema del consumo di sostanze stupefacenti anche sul nostro territorio.
In Italia il mondo delle tossicodipendenze è sempre più complesso e articolato e interessa con sempre maggior prevalenza non solo il mondo giovanile ma, trasversalmente, l’intera popolazione.
Se in passato la droga era un fenomeno visibile e circoscritto a talune fasce di popolazione, o di agio e benessere economico (la cocaina) o di disagio estremo (in particolare l’eroina), oggi si caratterizza invece per una profonda trasversalità sociale e una apparente quanto pericolosissima ‘invisibilità’. Ad essere coinvolte in dinamiche legate all’utilizzo e all’abuso di droga, sono sempre più persone e famiglie inserite nel tessuto sociale e con una vita apparente normale.
La conferma della facilità di utilizzo e della quotidiana ‘vicinanza’ alla droga è peraltro offerta dai dati emersi dalla recentissima (maggio 2010) indagine dell’Ausl Rimini relativa alle condotte giovanili a rischio. Dalla ricerca è emerso come il  40% dei ragazzi riminesi interpellati dichiarino di saper dove procurarsi la droga, cannabis in primis, percentuale che cresce al 50% se si fa riferimento ai soli ragazzi del quinto anno degli delle scuole superiori. Gli stessi intervistati hanno poi dichiarato che è più facile reperire cocaina rispetto a pillole ed ecstasy. I dati nazionali fanno inoltre emergere un nuovo fenomeno in espansione rappresentato dalla “poliassunzione”, cioè l’uso combinato di più sostanze.
Da questo quadro preoccupante emerge in tutta la sua drammaticità il problema dei problemi. Soprattutto quello che inquieta è il fatto che i nostri ragazzi abbiano ‘a portata di mano’ il potenziale acquisto della sostanza. L’uso di droga (e, per molti versi, anche l’abuso di alcool nei giovani) sta progressivamente scivolando nella quotidianità delle vite di tante famiglie, senza fare rumore, calandosi tanto più in una passività e in una continua proposizione di modelli di successo distorti che- alla fine dei conti- offre, se non una giustificazione, quantomeno una pericolosa neutralità sociale.
Anche se può apparire ancora una volta retorico, credo sia bene sottolineare questa che è una vera e propria emergenza sociale. Non se ne esce con un grido, con un progetto, con un’iniziativa solitaria: bisogna che la maggioranza del corpo sociale, italiano e riminese, senta sinceramente il bisogno di esprimere una decisa indignazione e non si lasci sorprendere da quella blanda accettazione  che è l’anticamera di un dramma di proporzioni elevate.
Proprio da qui ritengo si debba iniziare a lavorare, da un’idea nuova di società basata sull’ascolto, l’inclusione e un profondo senso di comunità e di condivisione, non solo da parte delle istituzioni, non solo da parte delle famiglie, non solo da parte della scuola, ma a partire da ognuno di noi, nessuno escluso. E si comincia da subito, da quel senso di delusione, rabbia, voglia di ribellarsi quando- aprendo un giornale locale- si legge di un ragazzo deceduto.”

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