È leggendario: il fiume maledetto che ha cambiato la storia di Roma e attraversa l’Emilia-Romagna

A Savignano, in Emilia-Romagna, scorre il Rubicone: il fiume che Giulio Cesare attraversò cambiando per sempre la storia di Roma!

A cura di Redazione
22 agosto 2025 14:00
È leggendario: il fiume maledetto che ha cambiato la storia di Roma e attraversa l’Emilia-Romagna - Foto: Cicciotto/Wikipedia
Foto: Cicciotto/Wikipedia
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Il fiume Rubicone: una linea d’acqua che diventò confine di guerra

Nel cuore dell’Emilia-Romagna, tra le province di Rimini e Forlì-Cesena, scorre un fiume apparentemente tranquillo ma carico di significato storico: il Rubicone. Anticamente segnava il limite legale che nessun generale poteva oltrepassare con un esercito armato, pena essere dichiarato nemico dello Stato romano. Quando, nel 49 a.C., Giulio Cesare lo attraversò con la sua legione, pronunciando la celebre frase “Alea iacta est” (Il dado è tratto), cambiò per sempre il destino della Repubblica romana.

Oggi, il fiume che Cesare sfidò si trova in provincia di Forlì-Cesena, attraversa il comune di Savignano sul Rubicone e si getta nell’Adriatico nei pressi di Gatteo a Mare. Ma per secoli il suo corso esatto è stato oggetto di dibattito, tanto che solo nel 1933 il regime fascista lo “identificò ufficialmente” con l’attuale fiume Fiumicino, ribattezzandolo Rubicone in onore dell’impresa cesariana.

Un ponte romano, una statua e un’identità costruita sul mito

A Savignano, il fiume è attraversato da un antico ponte romano, detto Ponte di Cesare, restaurato più volte ma ancora oggi percorribile. Sulla riva, una statua bronzea di Giulio Cesare in posizione marziale guarda verso l’acqua: un’opera voluta negli anni ’30 per celebrare il passaggio storico. Intorno a questo simbolo si è costruita l’identità del borgo, che ogni anno organizza eventi e rievocazioni storiche legate all’episodio.

Attraversare il Rubicone oggi significa percorrere non solo un ponte fisico, ma anche un ponte tra epoche. La frase “passare il Rubicone” è infatti entrata nel linguaggio comune per indicare una decisione irreversibile, un punto di non ritorno. Ecco perché questo piccolo corso d’acqua romagnolo ha un peso così grande nella memoria collettiva.

Curiosità

Secondo alcuni storici, la celebre frase non fu pronunciata in latino ma in greco: “Ἀνερρίφθω κύβος” (Anerriphthō kubos), come riferisce Plutarco. Il latino, quindi, potrebbe essere solo una successiva reinterpretazione letteraria. Ma il mito è rimasto, scolpito nella pietra e nella cultura popolare, tanto da far vivere un fiume minore come il Rubicone nella leggenda mondiale!

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