Emergenza lupi, tre attacchi in una settimana nel riminese. Succi “Non possiamo più aspettare”

Istituzioni sollecitate a intervenire. Il presidente del quartiere 11: "Alla Regione è sfuggita di mano la situazione".

A cura di Redazione
27 ottobre 2025 15:43
Emergenza lupi, tre attacchi in una settimana nel riminese. Succi “Non possiamo più aspettare” - Marco Succi, quartiere 11 Rimini
Marco Succi, quartiere 11 Rimini
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Prosegue e si intensifica l’allarme lupi a Covignano, dove in una sola settimana si sono registrati tre attacchi consecutivi ai danni di un allevamento situato nei pressi del carcere dei Casetti di Rimini. L’ultimo episodio si è verificato nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, quando un branco composto da almeno tre esemplari – stando alle orme rinvenute sul terreno – è riuscito a introdursi nel cortile di un’abitazione, sbranando una dozzina di oche e una capra. A nulla è servita la rete elettrificata installata a protezione del bestiame.

Si tratta del terzo assalto in pochi giorni: il primo risale a lunedì, il secondo a giovedì. “Qui non si parla più di uno o due lupi, ma di interi branchi, e per di più in un’area come quella del colle di Covignano, che storicamente non è mai stata popolata da questi animali”, spiega Marco Succi, presidente del Forum del Quartiere 11, da tempo impegnato a denunciare la gravità della situazione.

L’esasperazione cresce non solo tra gli allevatori ma anche tra i residenti, che da mesi segnalano la presenza dei lupi a ridosso delle abitazioni. Non solo sulle colline di Rimini: un nuovo episodio è stato segnalato nel fine settimana anche in via Serra, a Verucchio, dove due capre sono state uccise all’interno di un recinto.

Uno degli attacchi avvenuti a Verucchio
Uno degli attacchi avvenuti a Verucchio

Succi, insieme a una delegazione del quartiere, incontrerà giovedì 30 ottobre a Bologna la Regione Emilia-Romagna, dopo il recente confronto avvenuto al Ministero a Roma. “La situazione ormai è insostenibile – spiega Succi –. È sfuggita di mano anche alla Regione, che non sa più come gestirla. Ci aspettiamo che le istituzioni non si nascondano più dietro la frase ‘abbiamo le mani legate dall’Europa’. Esistono protocolli che prevedono diversi gradi di intervento a seconda della situazione, e nel nostro caso è chiaro che siano state superate tutte le linee rosse. Ora serve la volontà politica di intervenire: è tempo che le istituzioni smettano di pensare solo alla politica e agiscano pensando prima di tutto al bene dei cittadini.”

“Le istituzioni possono ora attingere alla nuova legge che entrerà in vigore a novembre – continua Succi –. È opportuno che comunichino al più presto come intendono agire, altrimenti non ci fermeremo e manifesteremo chiedendo le loro dimissioni, e cercheremo di portare la questione anche all’attenzione di programmi come Striscia la Notizia o Le Iene.”

Sulla gestione dell’emergenza, Succi critica anche le recenti dichiarazioni degli esperti di monitoraggio dei lupi della provincia, che a suo avviso “hanno sbrigato la faccenda” limitandosi a spiegare che questi attacchi sarebbero dovuti a comportamenti scorretti nella gestione dei rifiuti organici o al fatto che vengano lasciate le crocchette per i cani fuori di casa. “Non ci si può occupare della questione solo con queste conclusioni".

Recentemente Succi ha incontrato, da libero cittadino, anche il sindaco di Rimini, che si è dichiarato disponibile a fare tutto il possibile per accogliere e affrontare le problematiche esposte.

Sulla stessa linea anche la voce degli agricoltori in Valmarecchia, sempre più preoccupati. “Non so più cosa dire – dichiara Severini, rappresentante dell’Associazione Agricoltori Valmarecchia –. Siamo sconcertati da come i rappresentanti politici della zona ignorino l’emergenza, giustificandosi dicendo che finché non cambia la legge non possono fare nulla. Ma chi, se non loro, dovrebbe farsi avanti perché questa legge venga modificata?”

Un grido d’allarme che unisce allevatori, cittadini e istituzioni locali di fronte a una presenza di lupi ormai sempre più stabile e aggressiva in zone urbane e collinari che, fino a pochi anni fa, non rientravano nel loro habitat naturale.

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