Eolico in Valmarecchia, Legambiente accusa: “Regione incoerente sulla transizione energetica”

Scontro sul progetto Badia del Vento

A cura di Redazione
30 ottobre 2025 11:08
Eolico in Valmarecchia, Legambiente accusa: “Regione incoerente sulla transizione energetica” - Esempio di parco eolico in montagna
Esempio di parco eolico in montagna
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Legambiente Emilia-Romagna esprime forte preoccupazione e disappunto per le recenti dichiarazioni dell’assessora regionale Irene Priolo, in risposta a un’interpellanza relativa al progetto eolico “Badia del Vento”, nel comune di Badia Tedalda (AR), approvato dalla Regione Toscana e oggetto di ricorso da parte del Ministero della Cultura e delle Regioni Emilia-Romagna e Marche.

Secondo l’associazione ambientalista, le parole dell’assessora mettono in luce una contraddizione profonda all’interno della strategia regionale per la transizione ecologica.

“Solo poche settimane fa, durante Expo Osaka 2025, il Presidente della Regione Michele De Pascale aveva ribadito l’impegno a rendere l’Emilia-Romagna un hub delle energie rinnovabili, attraverso una pluralità di fonti – geotermia, eolico, fotovoltaico e agrivoltaico – in linea con gli obiettivi del Patto per il Lavoro e per il Clima, che mira a raggiungere il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035 e la decarbonizzazione completa entro il 2050”, ricorda Legambiente Emilia-Romagna. “La posizione espressa dalla Giunta regionale sull’impianto di Badia del Vento appare però decisamente incoerente con queste dichiarazioni: non si può sostenere la transizione energetica a parole e poi opporsi alla realizzazione di sette pale eoliche collocate addirittura al di fuori dei confini regionali. È il momento di scelte coraggiose e coerenti, non di ambiguità.”

Per l’associazione, il progetto di Badia Tedalda è oggi un capro espiatorio sacrificato in virtù di un presunto conflitto, quello tra il diritto alla bellezza e il diritto alla sopravvivenza climatica.

Si tratta però di una falsa contesa: i paesaggi stanno già cambiando profondamente, a causa degli impatti del cambiamento climatico che fanno franare le montagne e mutare le caratteristiche dei paesaggi rurali, mentre i parchi eolici ben progettati possono inserirsi nei contesti montani senza deturparli quando vengono progettati bene. Ne abbiamo parlato il 15 ottobre in occasione del nostro Forum Energia, portando diversi casi di buone pratiche di impianti a fonti rinnovabili che hanno il potenziale di favorire la transizione energetica sposandosi con le vocazioni territoriali.

“Le pale eoliche non sono più solo infrastrutture – aggiunge Legambiente – ma il segno concreto di una scelta che il nostro Paese non può più rinviare. L’ Emilia Romagna, così come tutto il nostro Paese deve accelerare il passo, perché il potenziale è enorme e le imprese sono pronte a investire. Ostacolare progetti con caratteristiche e dimensioni adeguate per il territorio, come nel caso di Badia del Vento, manda invece il segnale opposto a chi vorrebbe investire, è questo il modo in cui l’Emilia Romagna vuole posizionarsi nel settore della transizione energetica?”

Legambiente Emilia-Romagna ricorda inoltre che, in Paesi come Spagna e Germania, la produzione da fonti rinnovabili ha superato il 60%, contribuendo a ridurre sensibilmente le bollette elettriche, anche rispetto a un Paese come la Francia, dove il nucleare resta dominante.

“Quella soglia è alla nostra portata – conclude l’associazione –. Serve però una visione politica chiara e la volontà di superare paure e contraddizioni, dando strumenti e risorse alle Amministrazioni locali che oggi faticano a comprendere l’importanza della transazione energetica, per cogliere i benefici che questo settore può dare anche al nostro territorio regionale. La transizione ecologica non può fermarsi dietro una collina.”

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