Espropriata Villa Verdi: lo stato acquisisce l'ultima dimora del Maestro
Giuli, "è simbolo della grandezza culturale dell'Italia

Il ministero della Cultura ha firmato il 16 dicembre il decreto di esproprio di Villa Verdi e delle sue pertinenze, l’ultima dimora di Giuseppe Verdi a Villanova sull’Arda, in località Sant’Agata.
Il provvedimento sancisce l’acquisizione definitiva da parte dello Stato dell’ultima dimora del maestro. “Villa Verdi è il simbolo della grandezza culturale dell’Italia e il luogo dove il maestro ha trovato ispirazione per molte delle sue immortali composizioni. Grazie a questo importante atto, lo Stato ne garantisce la salvaguardia e la restituisce alla comunità come patrimonio di tutti”, ha dichiarato il ministro Alessandro Giuli.
“Un’ottima notizia, attesa da tempo. Siamo pronti a fare la nostra parte per la tutela di questo luogo unico, dove il più celebre compositore italiano, Giuseppe Verdi, visse per circa cinquant’anni e scrisse musica immortale. Un luogo che è patrimonio di tutti, non solo dell’Emilia-Romagna”.
Queste le parole del presidente della Regione, Michele de Pascale, e dell’assessora alla Cultura, Gessica Allegni, alla notizia dell’acquisizione definitiva, da parte dello Stato, dell’ultima dimora del Maestro, dopo la firma da parte del Ministero della Cultura del decreto di esproprio del complesso a Villanova sull’Arda, nel piacentino.
“Non è solo una dimora di campagna diventata museo, è un luogo simbolo della musica e della cultura italiana. Per questo- proseguono de Pascale e Allegni-, Villa Verdi deve tornare ad avere l’importanza e la visibilità che merita e non a caso è stata censita tra le realtà dell’Emilia-Romagna interessate dalla legge regionale per il riconoscimento e la valorizzazione delle ‘Case e studi delle persone illustri’. Continueremo nel nostro impegno per la salvaguardia di questo complesso, elemento di spicco del grande patrimonio culturale, artistico e paesaggistico che contraddistingue la nostra regione”.
Il complesso di Villanova sull’Arda, circondato da sei ettari di parco, era stato voluto dal compositore come residenza dove tornare dopo i molteplici impegni in giro per l’Europa. Della tenuta, ampliata e sistemata nel 1849, è stata visibile fino alla chiusura solo una parte: la stanza di Giuseppina Strepponi (seconda moglie di Verdi), con gli arredi originali, la camera da letto-studio di Verdi, e altre due sale con documenti, fotografie e copie di opere verdiane.