L’inflazione a Rimini nel mese di agosto ha subito una leggera decelerazione, ma resta comunque elevata. In una nota Federconsumatori Rimini fornisce quanche numero. Secondo i dati dell’Istat, il tasso di inflazione si attesta al 5,3%, leggermente inferiore al 5,4% dell’inflazione nazionale. Tuttavia, il tasso relativo al carrello della spesa, che include beni di consumo essenziali, è del 9,1%. Alcuni prodotti alimentari sono particolarmente colpiti dall’aumento dei prezzi, ad esempio pane e cereali (+9%), latte, formaggi e uova (+10,6%), oli e grassi (+21,7%), vegetali (+13,8%), carni (+6,5%), zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi (+12,1%), alcolici (+8,2%) e birre (+12,1%).
“Questo aumento dei prezzi sta mettendo a dura prova le famiglie riminesi” dice Federconsumatori Rimini “con un aumento annuo delle spese di circa 1.639 euro. Purtroppo, la situazione è destinata a peggiorare in autunno, con l’aumento dei costi associati all’inizio della scuola (+6% per libri e materiale scolastico) e dei carburanti (+144 euro per due pieni al mese), oltre alle spese per le bollette del gas e dell’elettricità, le visite mediche e la Tari.”
L’osservatorio Federconsumatori stima che le famiglie affronteranno un ulteriore aumento dei costi di circa 2.924,70 euro in autunno. Le misure adottate finora dal governo non sembrano essere sufficienti a sostenere il potere di acquisto delle famiglie, nonostante gli annunci di un accordo con le imprese sulla lotta all’inflazione.
Si chiede al governo di intervenire tempestivamente con misure concrete, tra cui la creazione di osservatori territoriali per monitorare i prezzi dei beni e dei servizi, la ripristinazione della sterilizzazione degli oneri di sistema sulle bollette dell’energia elettrica e il taglio delle accise. È necessaria anche una revisione delle aliquote IVA sui beni essenziali per aiutare le famiglie a risparmiare oltre 500 euro all’anno per nucleo familiare e un sostegno più forte per i soggetti socialmente deboli. È importante anche adeguare gli stipendi e le pensioni per proteggerli dall’erosione del potere di acquisto dovuta all’aumento dei prezzi e alle speculazioni.