Fileni, multa da 100mila euro per messaggi “ingannevoli e decettivi”

Fileni Alimentare Spa multata per messaggi ingannevoli sull’origine delle materie prime utilizzate per gli animali.

Allevamento Fileni

L’azienda marchigiana di polli e mangimi, Fileni Alimentare Spa, è stata multata per 100mila euro a gennaio per aver diffuso messaggi “ingannevoli e decettivi” riguardo alla produzione agricola e all’origine delle materie prime utilizzate per l’alimentazione degli animali, compresi i mangimi biologici.


L’Antitrust (qui il provvedimento) ha ritenuto ingannevoli due affermazioni di Fileni: la produzione integrale agricola delle materie prime per i mangimi biologici in Italia e l’origine completamente italiana delle materie prime per l’alimentazione degli animali.
È emerso che entrambe le affermazioni erano false, poiché l’azienda importava una parte significativa delle materie prime, soprattutto per la linea convenzionale-Ogm.

“Nei mesi scorsi avevamo segnalato all’Antitrust alcuni messaggi potenzialmente ingannevoli con cui Fileni presentava al pubblico la propria produzione di pollame – spiega il Codacons – A seguito di tale esposto l’Autorità apriva un procedimento circa la comunicazione commerciale diffusa sul sito, sfociato oggi in una sanzione da 100mila euro nei confronti della società per pratica commerciale scorretta.

Si legge nel provvedimento dell’Antitrust acquisito dal Codacons: “Con riferimento ai due vanti utilizzati da Fileni relativi rispettivamente, l’uno, all’integrale produzione agricola (diretta o indiretta, tramite coltivatori contrattualizzati) delle derrate/materie prime utilizzate per la realizzazione dei mangimi biologici, l’altro, all’origine totalmente italiana delle derrate/materie prime utilizzate per l’alimentazione degli animali, dagli elementi acquisiti in istruttoria è emerso il loro carattere ingannevole e decettivo. Invero, anche accedendo alla decodifica prospettata da Fileni secondo il vanto di totale ‘italianità’ delle derrate/materie prime fosse da considerare come riferito alla produzione dei soli mangimi biologici (minoritaria rispetto ai mangimi non biologici), l’infondatezza dei predetti claim è stata riconosciuta dal professionista per l’anno 2022.

Fileni ha, infatti, ammesso che l’acquisto sul mercato di parte delle derrate/materie prime in quanto quelle coltivate (direttamente o indirettamente) risultavano insufficienti a coprire il fabbisogno del proprio mangimificio biologico e che le predette derrate/materie prime non erano esclusivamente di origine italiana”.

Un dettagliato riassunto della situazione viene anche da parte del giornalista Luca Martinelli, tra i componenti del Comitato Per la Valmarecchia, in un articolo per la rivista Altraeconomia.

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