Fossile vivente in ripresa: il ritorno dello storione dell’Adriatico

Acquario di Cattolica e Oltremare, insieme all’Università di Bologna e al Parco Ticino, guidano il progetto di conservazione della specie

A cura di Grazia Antonioli Redazione
16 ottobre 2025 11:23
Fossile vivente in ripresa: il ritorno dello storione dell’Adriatico -
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Fiumi interrotti da oltre 700 sbarramenti nel bacino del Po, acque inquinate, perdita di habitat e bracconaggio. È questo scenario che ha causato la scomparsa dai fiumi italiani dello storione cobice (Acipenser naccarii), antico pesce del bacino padano, anche conosciuto come storione dell’Adriatico. Un vero e proprio fossile vivente, un tempo diffuso in tutto il Nord Italia e in Romagna, che sta tornando a popolare gli habitat fluviali solo grazie alle reintroduzioni in natura e ai corridoi ecologici che i ricercatori riescono a sviluppare. Una vera e propria inversione di rotta verso l’estinzione: in 10 anni sono stati reintrodotti 4.900 esemplari nell’area meridionale del Delta del Po (fiume Reno, Bevano, Savio, nella laguna Pialassa della Baiona), permettendo a questa specie di riconquistare habitat perduti.

Protagonisti del progetto l’Acquario di Cattolica e il parco Oltremare di Riccione, del gruppo Costa Edutainment, grazie alla collaborazione con il Parco Ticino e l’Università di Bologna (Dipartimento di Scienze mediche veterinarie presso il centro universitario Produzioni ittiche di Cesenatico) che guida il progetto e i protocolli scientifici, con il team del professore Oliviero Mordenti.

Di questo e di altri interessanti progetti, si è parlato al 1° Convegno Nazionale dell’Unione Italiana Giardini Zoologici e Acquari UIZA ad Assisi, che ha riunito la comunità scientifica intorno agli ultimi studi di conservazione di alcune specie animali a rischio estinzione.

Il progetto

Dal 2014 al 2025 sono stati reintrodotti quasi 5.000 storioni cobice, cresciuti in ambiente controllato e poi rilasciati in natura, solo al raggiungimento di dimensioni sufficienti per affrontare l’ambiente fluviale. Dai piccoli di quasi un anno d’età, fino ai sub-adulti di oltre un metro di lunghezza. Gli esemplari sono stati rilasciati in habitat idonei (solitamente acque di transizione e con ridotto numero di predatori), con lo scopo di favorire il proseguo del ciclo biologico della specie. Grazie alla collaborazione tra Costa Edutainment, il Parco Ticino, il parco Delta della Regione Emilia Romagna e l’Università, il cobice è tornato a nuotare in acque romagnole, dove sta lentamente riconquistando spazi perduti. Segno di un ecosistema in ripresa.

Il ruolo di Oltremare e dell'Acquario di Cattolica


L’operazione rientra nel progetto di salvaguardia e tutela delle specie a rischio estinzione “Salva una specie in pericolo” (nato nel 2010), curato dai parchi Costa Edutainment, Oltremare e Acquario di Cattolica, per sensibilizzare e educare il pubblico alla conservazione, alla gestione responsabile degli ambienti e alla conoscenza degli animali. Presenti in entrambi i parchi, delle vasche espositive con degli esemplari di storione cobice. L'’obiettivo è di avvicinare ogni anno migliaia di visitatori alle storie di questi animali antichi e alla fragilità dei nostri ecosistemi fluviali. Queste due strutture, unite al lavoro dei ricercatori dell’Università e al Parco Ticino, rappresentano un ponte tra scienza e pubblico, dove la conservazione si traduce in conoscenza, empatia e impegno concreto.

"Gli acquari hanno sempre più insita nel loro operato la vocazione per la ricerca, la conservazione e la sensibilizzazione - spiega Patrizia Leardini, direttore operativo Costa Edutainment (Acquario di Cattolica e Oltremare) -  Collaborare con Il Centro universitario Produzioni ittiche ‘Massimo Trentini’ di Cesenatico,  nel progetto per la conservazione e reintroduzione in natura dello storione è stata, ed è, una bellissima occasione per rispondere a questa vocazione, mettendo a disposizione la competenza e le strutture che abbiamo”.



Un fossile vivente che non si arrende

 

Lo storione dell'Adriatico è un fossile vivente, comparso più di 200 milioni di anni fa, sopravvissuto a glaciazioni e mutamenti climatici. È una specie semi-anadroma: trascorre gran parte della vita nei fiumi, ma può spingersi in mare o in acque salmastre per la riproduzione.

“Alcuni esemplari rilasciati nel fiume Reno sono stati ritrovati nel Bevano e nel Savio, dopo spostamenti di 30-40 km, e un altro addirittura è stato segnalato nei pressi di Ancona - racconta durante il Convegno dell’Unione Italiana Zoo e Acquari, Pietro Emmanuele, ricercatore del team DIMEVET dell’Università di Bologna - Li monitoriamo con piccole tag anchor dorsali, dotate di numero di contatto. È successo persino che un esemplare finisse illegalmente in un mercato: segno di quanto sia importante continuare il lavoro di sensibilizzazione oltre che di conservazione”. Il gruppo di ricerca guidato dal professor Mordenti ha sviluppato un protocollo completo: caratterizzazione genetica dei riproduttori, induzione ormonale della riproduzione, fecondazione artificiale, svezzamento dei giovani con diete specifiche e rilascio in natura, seguito da monitoraggio genetico e ambientale.

Il successo dello storione cobice testimonia il ruolo sempre più attivo di zoo e acquari italiani nella conservazione della fauna selvatica. "Invertire la rotta dell’estinzione non è un auspicio, ma una realtà già in atto - afferma Cesare Avesani Zaborra, presidente UIZA - Grazie al lavoro congiunto di università, enti di ricerca e strutture zoologiche, abbiamo riportato nei nostri fiumi una specie che sembrava perduta".

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