Corpolò, la mitica fonte del Tituccio e la sua icona felliniana "Scureza"
Il sapore ricorda l'uovo marcio, ma l'acqua del Tituccio è un'istituzione per i corpolesi. Nel 2027 la fonte compie 100 anni


di Riccardo Valentini
Quando si attraversava Corpolò in auto, una tappa era immancabile: la sosta alla fonte del Tituccio. I nostri genitori e nonni consideravano quasi un dovere fermarsi per un sorso di quell’acqua che sgorgava fresca, convinti delle sue proprietà benefiche. Anche se il sapore di zolfo, simile a quello delle uova marce, non era particolarmente invitante per i più giovani, il rituale rimaneva immutato. Questa fonte, con il suo caratteristico gusto, è diventata nel tempo un simbolo della piccola frazione di Corpolò, tanto che i suoi abitanti definiscono il loro paese “la porta d’ingresso di Rimini”.

La storia della fonte del Tituccio
La storia della fonte affonda le radici in un’epoca lontana, quando nella piazza di Corpolò esisteva un pozzo molto profondo che attingeva l’acqua dai depositi del Marecchia, situati a circa 7-8 metri di profondità. Questa acqua veniva estratta grazie a una grande ruota che azionava una pompa. Nel 1927, durante un’epidemia, il pozzo venne chiuso per motivi sanitari e ne fu scavato uno nuovo, profondo circa 110 metri, per garantire che l’acqua fosse pura e non contaminata dalle acque piovane. Il lavoro fu eseguito dalla ditta Vasini di Bellaria e, dopo una prima delusione per la mancanza di acqua alla profondità prevista, il giorno seguente il pozzo iniziò a sgorgare acqua inaspettatamente, trasformandosi in una vera e propria fontana. Da quel momento, la fonte è rimasta attiva, con il suo sapore unico apprezzato dagli abitanti locali, che la chiamano affettuosamente “Tituccio”.


Un simbolo per i corpolesi
L’acqua della fonte del Tituccio, con il suo particolare sapore sulfureo, è diventata una vera e propria istituzione per i corpolesi. Come ricorda Alberto Bellucci, questo sapore, che a molti ricorda quello delle uova marce, è molto apprezzato dai locali, anche se spesso provoca divertimento tra i forestieri che la assaggiano per la prima volta. L’acqua è ricca di zolfo e ferro, elementi che le conferiscono le sue caratteristiche uniche, ed è da sempre un punto di riferimento per gli abitanti e per i ciclisti che percorrono la Marecchiese. LA fonte del Tituccio nel 2027 compie 100 anni.
Corpolò nella cultura e nella storia
Corpolò è anche noto per essere stato citato nel celebre film “Amarcord” di Federico Fellini. Anche se il film non menziona direttamente Rimini, c’è un chiaro riferimento al personaggio “Scureza ad Corpolò”, un uomo che, sfidando le leggi dell’epoca, si recava in moto fino a Rimini, provocando l’ostilità dei cittadini riminesi. Questo personaggio, insieme alla fonte del Tituccio, è diventato parte integrante dell’identità di Corpolò.

La Sagra del Tituccio e il futuro di Corpolò
Dopo 33 anni, dal 13 al 15 settembre, Corpolò ospiterà nuovamente la Sagra del Tituccio, un evento storico che riporta in vita una tradizione dimenticata dal 1992. La consigliera comunale e provinciale di Rimini, Manuela Guaitoli, ha lavorato attivamente assieme ad altri corpolesi per riproporre questa sagra, con l’intento di rafforzare il senso di comunità e di risvegliare l’interesse per la vita di piazza.
Oggi Corpolò conta circa 1.700 abitanti e, negli ultimi anni, ha visto un ripopolamento grazie a politiche abitative che hanno reso accessibile l’acquisto di case. Tuttavia, il paese ha anche subito un declino dal punto di vista produttivo e commerciale, con molte attività che si sono trasferite altrove.
Nonostante queste sfide, i corpolesi continuano a rivendicare con orgoglio il loro ruolo di “porta d’ingresso di Rimini” e lavorano per migliorare il loro territorio. Con la ripresa della squadra di calcio e l’inaugurazione di nuovi impianti sportivi, il futuro del paese sembra un po’ più roseo.