Il presidente ligure Giovanni Toti è stato interrogato per oltre otto ore dai pm Luca Monteverde, Federico Manotti e Vittorio Ranieri Miniati. Assistito dall’avvocato Stefano Savi, Toti ha risposto a tutte le domande, negando ogni accusa e presentando una memoria difensiva di 17 pagine. Ha dichiarato che i finanziamenti ricevuti dagli imprenditori, come Aldo Spinelli, non erano collegati a favori, ribadendo di aver agito nell’interesse pubblico.
L’interrogatorio si è svolto presso la sede del Roan della Guardia di Finanza di Genova. Toti, prelevato dalla sua abitazione, è arrivato intorno alle 11 e ha lasciato l’edificio poco dopo le 20. Nella memoria difensiva, Toti ha espresso la volontà di collaborare con trasparenza, sostenendo di non aver mai agito per interessi personali o fatto pressioni illegittime. Ha affermato che tutti i contributi ricevuti sono stati tracciabili e destinati alla politica, senza arricchimento personale.
Toti ha insistito che ogni sua azione era volta a tutelare l’interesse collettivo e che i finanziamenti erano trasparenti e pubblicizzati. Ha contestato l’interpretazione della procura sui bonifici di Spinelli, sottolineando che le donazioni erano legate ad eventi politici e non a favori economici specifici.
Il legale di Toti, Giovanni Savi, presenterà presto un’istanza per la revoca degli arresti domiciliari al gip Paola Faggioni.