Il governo "punisce" il Santarcangelo Festival: "Scarsa qualità artistica", fondi tagliati
Il Santarcangelo Festival è stato retrocesso nella graduatoria del Ministero della Cultura. Le accuse del sindaco Sacchetti: "Scelta politica"

Il Santarcangelo festival è stato retrocesso nella graduatoria del Ministero della Cultura per l'erogazione dei fondi triennali 2025-2027: in pratica il Festival ha perso 14,30 punti su 28.30, un dimezzamento su cui incidono le voci" Qualità artistica e innovativa del progetto" e "Qualità professionale del personale artistico", con il Santarcangelo Festival che ha ricevuto solo 2,7 punti su 10.
Furioso il sindaco di Santarcangelo Filippo Sacchetti: "Criteri uguali agli altri anni, stesso Festival da 55 anni, valutazioni ribaltate". Per il primo cittadino clementino o si tratta di una valutazione sbagliata, oppure della volontà di "far fuori Santarcangelo dalla scena culturale italiana e internazionale". Per Sacchetti, l'ipotesi più concreta è la seconda: il sindaco parla di decisione politica,"un attacco alla libertà di espressione".
"Il nostro festival è deliberatamente politico - attacca Sacchetti -ovvero, qui si sceglie dal 1970 da che parte stare. Con quali occhi guardare il mondo. E sono sempre stati occhi di libertà, speranza, emancipazione. Sguardi verso chi è meno tutelato, gode di meno diritti, chi appartiene a minoranze che la massa del pensiero omologato spesso tenta di spazzare via".
Santarcangelo, sottolinea Sacchetti, "è un presidio di libertà per la cultura italiana".Ma non per il governo, attacca: "Preferisce altro, un pensiero allineato che è disposto d ottenere anche con la repressione".
Chiosa il sindaco:"La novità è che possiamo decidere, nei prossimi giorni, di essere al centro della nostra piazza, piazza Ganganelli, piazza del mondo, dove tutto si può discutere. Si può discutere di tutto perché siamo liberi. E nella pluralità nasce l'idea di società che vogliamo. Vi invito a partecipare, tutti, ancora con più motivazione ed energia di prima. Dialogare, indignarci, magari anche dovendo correggere qualcosa, ma non restare indifferenti. Perché questa rischia di essere una scelta generale e un attacco pesante a ogni forma di libertà di espressione del nostro Paese. Facciamo sentire la nostra voce".