Governo taglia risorse Pnrr per le Comunità Energetiche, Gnassi non ci sta

"La riduzione del 64% dei fondi rischia di compromettere progetti già pronti e di colpire duramente i territori" denuncia il deputato Dem

A cura di Riccardo Giannini Redazione
18 dicembre 2025 12:59
Governo taglia risorse Pnrr per le Comunità Energetiche, Gnassi non ci sta - Andrea Gnassi
Andrea Gnassi
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"La risposta arrivata dal Governo in Commissione qualche giorno fa non chiarisce le reali conseguenze del taglio alle risorse Pnrr destinate alle Comunità Energetiche Rinnovabili. La riduzione del 64% dei fondi, da 2,2 miliardi a 795 milioni, rischia di compromettere progetti già pronti e di colpire duramente i territori". Così il deputato democratico Andrea Gnassi, componente della Commissione Attività produttive della Camera.

Il deputato Dem parla di effetti "a dir poco devastanti in una regione come l’Emilia-Romagna, dove Comuni, enti locali e comunità energetiche hanno investito tempo e risorse in progettualità concrete oggi messe seriamente in discussione. Il superamento formale del target di potenza non garantisce che tutti i progetti possano essere finanziati, né chiarisce come il Governo intenda sostenere le Cer oltre l’orizzonte del Pnrr. La proroga dello sportello non basta a compensare un taglio così pesante: si tratta di una scelta politica”.

“Le Comunità Energetiche - attacca Gnassi - sono uno strumento strategico per la transizione energetica e per ridurre i costi di famiglie e imprese. Per questo chiediamo al Governo un impegno chiaro: raccogliere l’appello che viene da consumatori e imprese del mondo produttivo, come Lega Coop e tanti altri, per rifinanziare  la misura e intervenire per prorogare o eliminare il termine per l’erogazione degli incentivi a sostegno della costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili, attualmente fissata al 31 dicembre 2027. Le Comunità Energetiche, diffuse e concrete, attivano processi partecipativi tra cittadini e imprese e consentono benefici concreti in termini di produzione energetica e risparmi, con ricadute reali nei territori. È una via diversa da quella dei grandi fondi, i cui progetti, se non pianificati coinvolgendo regioni e territori e se non collocati in aree vocate e idonee, diventano un prodotto finanziario che con mega impianti  sfregia paesaggi e i territori stessi”.

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