Grasso addominale e performance basse: "Il problema è la sensibilità insulinica"
La strategia del nutrizionista riminese Valentini per ottimizzare il metabolismo e bruciare meglio


Il dottor Samuele Valentini, biologo nutrizionista riminese, torna a parlare di salute e performance sportiva, mettendo al centro un parametro spesso sottovalutato: la sensibilità insulinica.
"Oggi – spiega il dottor Valentini – parliamo di un aspetto fondamentale per chi desidera ottenere il massimo dalle proprie prestazioni e migliorare l’efficienza metabolica. Non si tratta di massa muscolare, frequenza cardiaca o VO₂max, ma di qualcosa di ancora più importante: la sensibilità all’insulina".
Il professionista sottolinea come una lieve resistenza insulinica possa rendere più difficile l’utilizzo dei carboidrati a scopo energetico, favorendo al tempo stesso l’accumulo di grasso addominale. "Quando la resistenza insulinica diventa cronica – aggiunge – il corpo brucia male e non riesce a “riempire il serbatoio” energetico. In questi casi, le ricariche di carboidrati o gli elevati apporti di glucidi durante l’allenamento risultano inefficaci".
Nel suo nuovo video divulgativo, Valentini spiega in modo chiaro cos’è la sensibilità insulinica, come calcolarla e quali strategie nutrizionali, di integrazione e di allenamento possono migliorarla. "Esiste un legame diretto tra insulina, ossidazione dei grassi, carboidrati e performance. Chi si allena con costanza e vuole capire come ottimizzare il proprio metabolismo – conclude – troverà in questo approfondimento un valido strumento per migliorare la propria efficienza sportiva".